Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei “social plugin” e di Google Analytics. Clicca sul bottone "Accetto" o continua la navigazione per accettare. Maggiori informazioni
Skin ADV
×

Attenzione

JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 985

Inquinamento, senza una revisione delle politiche energetiche non raggiungeremo gli obiettivi 2020

(PRIMAPRESS) - ROMA – Senza una revisione delle politiche energetiche nazionali non si raggiungeranno gli obiettivi 2020, ovvero la riduzione del 20% di gas serra, riduzione del 20% di consumi primari e aumento del 20% dell’utilizzo di energie da fonti rinnovabili, il tutto entro il 2020. Questo è l’allarme che emerge dal dossier sull’Efficienza Energetica realizzato da Amici delle Terra  e presentato oggi a Roma nella due giorni di studio di Palazzo Rospigliosi. Se da una parte i consumi di energia primaria, indicatore scelto per l’efficienza energetica, hanno fatto registrare nel 2012 una riduzione del 15% circa rispetto al –20% indicato come obiettivo per il 2020, dall’altra non sono ben chiare le reali cause di questo insperato successo.  Energia efficienza energetica “Apparentemente – spiega Rosa Filippini, presidente Amici della Terra -  sembrerebbe un ottimo risultato ma l’andamento non è positivo come appare perché l’indicatore del semplice calo dei consumi non è adeguato: si rischia di contrabbandare gli effetti negativi della crisi come risultato delle politiche di efficienza energetica. Sarebbe necessario adottare (e negoziare) nuovi obiettivi che prevedano una effettiva crescita dell’efficienza negli usi dell’energia e che orientino in modo chiaro verso investimenti nel patrimonio abitativo e nei processi produttivi capaci di produrre, insieme al raggiungimento degli obiettivi ambientali anche risultati in termini ricchezza e competitività del Paese”. In particolare l’associazione si focalizza sulle energie da fonti rinnovabili visto che in Italia sarebbero state privilegiate installazioni non competitive e poco efficienti come le torri eoliche e le grandi estensioni di fotovoltaico. Con un doppio rischio, ovvero che da una volta finiti i soldi per nuovi incentivi si arresti anche lo sviluppo di queste strategie, mentre non si esaurirà il peso di queste scelte sulle bollette delle famiglie italiane, chiamate a “pagare” per queste scelte con quota previste per i prossimi venti anni. Infine la riduzione dei gas serra, resa possibile finora con un ritardo di due anni nel ventennio 1990-2010 (il -6,5% si è conseguito infatti solo nel 2012) e al prezzo di una stasi produttiva ed economica di grande rilevanza. Il che porta all’ipotesi, assurda, di sperare nel perdurare della crisi per centrare l’obiettivo del -20% entro il 2020. Per tentare di riprendere un cammino sereno di crescita nell’efficienza, Amici per la Terra propone un percorso in sette punti legato all’impostazione di un nuovo Piano nazionale di Azione per l’efficienza energetica con obiettivi 2020 che siano fondati su indicatori effettiva efficienza nei diversi settori di uso dell’energia; attivazione tempestiva di una consultazione e concertazione sui contenuti del piano stesso che consenta un rilancio della competitività dell’industria basato su un nuovo ciclo di investimenti nel miglioramento dell’efficienza energetica e della qualità ambientale dei processi produttivi; interruzione immediata delle aste per l’incentivazione delle rinnovabili elettriche meno efficienti come l’eolico o le biomasse per la sola generazione elettrica; concentrazione di tutte le risorse residue disponibili in iniziative di sostegno alle rinnovabili termiche e all’efficienza energetica attraverso criteri fortemente selettivi; concentrazione dei fondi strutturali e dei piani di sviluppo rurale della programmazione 2014-2020 per la promozione delle rinnovabili termiche e dell’efficienza energetica; priorità alle misure di sostegno delle politiche industriali che rispondano ai criteri di “aiuti di Stato per la tutela ambientale” secondo quanto previsto dalla specifica disciplina comunitaria; collegamento dei nuovi regimi tariffari dedicati alle imprese energivore a interventi qualificanti (sistemi di gestione ISO 50001) e investimenti nell’efficienza energetica dei processi produttivi. - (PRIMAPRESS)