Vaccinazioni: i dubbi da sciogliere sull'eterologa e il ruolo dimenticato del medico di base
- di RED-ROM
- in Italia
(PRIMAPRESS) - ROMA - La campagna vaccinale, ad oggi 14 giugno, ha raggiunto oltre i 14 milioni di cittadini a cui è stata somministrata anche la seconda dose. Ma la campagna rischia un rallentamento provocato dai dubbi legittimi che sta serpeggiando tra chi è in attesa di ricevere la seconda dose perché l’intenzione dichiarata dal Ministero della Salute, con l’intervento di venerdì scorso del Ministro Speranza che ha parlato di vaccinazione eterologa e questa mattina sull’argomento è ritornato l’esperto del Comitato Tecnico Scientifico, Fabio Ciciliano che ha spiegato che “La somministrazione eterologa di vaccini non è una novità nel panorama della profilassi delle malattie”. Intanto spieghiamo il significato di vaccinazione eterologa: ossia la somministrazione di prodotti che hanno una diversa composizione chimica. La combinazione, spiegano gli esperti è stata approvata ed è da tempo utilizzata con diverse modalità in Francia, Canada, Germania, Danimarca, Svezia, Norvegia e Regno Unito. Ma non solo, secondo Ciciliano “diversi studi clinici internazionali hanno evidenziato la capacità dell’eterologa di indurre una adeguata produzione di anticorpi” anche se ancora “c’è ovviamente molta attenzione nel monitorare le reazioni avverse”. E qui si ripiomba nell’incertezza delle affermazioni subito smentite con una seconda frase. Cioè proprio il tipo di comunicazione messa sotto accusa che invece di fare chiarezza aumenta i dubbi con il rischio di allontanare gli obiettivi di copertura vaccinale.
Convincere ora chi deve andare verso la seconda dose che “è stata registrata una maggiore efficacia nella produzione di anticorpi con dosi eterologhe inoculate con un intervallo di 9-12 settimane (AstraZeneca-Pfizer)” rispetto al protocollo vaccinale con lo stesso prodotto, è un po’ più difficile. Il discorso dei vaccini diversi dovrebbe mettere al riparo dagli eventi di trombosi o quanto meno ridurre a percentuali infinitesimali i rischi.
Se tutta questione si basa sulla divisione per fasce d’età di persone da vaccinare, c’è l’altro grande problema che ha evidenziato la drammatica morte di Camilla Canepa, la ragazza diciottenne di Sestri Levante deceduta dopo la somministrazione di un open-day vaccinale. Una serie di controindicazioni evidenziati dagli studi più recenti non sono contemplati nella scheda pre-vaccinale da completare. L’anamnesi è approssimativa e non c’è attenzione per un preciso quadro clinico del paziente. In questa situazione è necessario consultare il proprio medico di base per informare chi somministra il vaccino di quali patologie soffre e quali medicinali assume. - (PRIMAPRESS)