Giornata delle vittime di violenza, Borrell (UE): "Le persecuzioni sono aggravate dalla responsabilità dei governi"
- di RED-ROM
- in Europa
(PRIMAPRESS) - BRUXELLES - Si celebra oggi 21 agosto la Giornata internazionale di commemorazione delle vittime di atti di violenza basati sulla religione o sul credo e l'UE ha espresso la sua solidarietà a tutte le vittime di persecuzioni nel mondo.
"La persecuzione e la discriminazione fondate sulla religione o sul credo sono aggravate dalle violazioni da parte dei governi dei loro obblighi internazionali in materia di diritti umani. Spesso, la discriminazione giuridica e di fatto porta a persecuzioni di maggiore portata", scrive in una nota l'Alto rappresentante dell'UE per la politica di sicurezza, Josep Borrell. Ecco il testo in cui si esprimono le posizione del Consiglio europeo.
"Combattere in modo imparziale tutte le forme di intolleranza religiosa, stigmatizzazione, discriminazione, istigazione alla violenza e violenza contro le persone fondate sulla religione o sul credo deve rappresentare una priorità per tutti gli Stati e per la comunità internazionale. Dovrebbe essere garantito a tutti, indipendentemente dal luogo in cui vivono, il diritto di non avere oppure di scegliere o cambiare, oppure di praticare e professare una religione o un credo e di essere liberi da discriminazioni. In linea con il piano d'azione dell'UE sui diritti umani e la democrazia, l'Unione europea si adopera incessantemente per combattere le violazioni e gli abusi nei confronti della libertà di religione o di credo. Abbiamo invitato gli Stati a proteggere le persone dalle persecuzioni e dalle discriminazioni fondate sulla religione o il credo anche durante i dialoghi dell'UE sui diritti umani con i partner e nelle sedi delle Nazioni Unite competenti in materia di diritti umani. Attraverso il meccanismo di protezione dei difensori dei diritti umani, l'UE continua a fornire sostegno diretto ai difensori dei diritti umani a rischio, sostenendo la libertà di pensiero, di coscienza, di religione o di credo. All'interno dell'Unione europea lottiamo attivamente contro tutte le forme o manifestazioni di razzismo e intolleranza, di stigmatizzazione di una religione, di un credo o di un non credo, combattendo anche i reati generati dall'odio e l'incitamento all'odio e promuovendo l'istruzione e il pluralismo. Insistiamo inoltre sul fatto che le critiche nei confronti di credenze, idee, pratiche e leader religiosi non dovrebbero essere vietate o sanzionate penalmente. L'UE ribadisce che la libertà di religione o di credo e la libertà di espressione sono diritti interdipendenti, correlati, che si rafforzano reciprocamente. Anche quest'anno, in cui si celebra il 40º anniversario della dichiarazione delle Nazioni Unite sull'eliminazione di tutte le forme di intolleranza e discriminazione fondate sulla religione o sul credo, teniamo a ribadire che nessuno può essere assoggettato a costrizioni che possano mettere a repentaglio la sua libertà di scegliere una religione o un credo. L'UE continuerà a promuovere e proteggere la libertà di religione o di credo. Ci adopereremo per far sentire le voci delle vittime e per ottenere che chi commette atti di persecuzione o violenza fondati sulla religione o sul credo sia chiamato a risponderne personalmente". - (PRIMAPRESS)
"La persecuzione e la discriminazione fondate sulla religione o sul credo sono aggravate dalle violazioni da parte dei governi dei loro obblighi internazionali in materia di diritti umani. Spesso, la discriminazione giuridica e di fatto porta a persecuzioni di maggiore portata", scrive in una nota l'Alto rappresentante dell'UE per la politica di sicurezza, Josep Borrell. Ecco il testo in cui si esprimono le posizione del Consiglio europeo.
"Combattere in modo imparziale tutte le forme di intolleranza religiosa, stigmatizzazione, discriminazione, istigazione alla violenza e violenza contro le persone fondate sulla religione o sul credo deve rappresentare una priorità per tutti gli Stati e per la comunità internazionale. Dovrebbe essere garantito a tutti, indipendentemente dal luogo in cui vivono, il diritto di non avere oppure di scegliere o cambiare, oppure di praticare e professare una religione o un credo e di essere liberi da discriminazioni. In linea con il piano d'azione dell'UE sui diritti umani e la democrazia, l'Unione europea si adopera incessantemente per combattere le violazioni e gli abusi nei confronti della libertà di religione o di credo. Abbiamo invitato gli Stati a proteggere le persone dalle persecuzioni e dalle discriminazioni fondate sulla religione o il credo anche durante i dialoghi dell'UE sui diritti umani con i partner e nelle sedi delle Nazioni Unite competenti in materia di diritti umani. Attraverso il meccanismo di protezione dei difensori dei diritti umani, l'UE continua a fornire sostegno diretto ai difensori dei diritti umani a rischio, sostenendo la libertà di pensiero, di coscienza, di religione o di credo. All'interno dell'Unione europea lottiamo attivamente contro tutte le forme o manifestazioni di razzismo e intolleranza, di stigmatizzazione di una religione, di un credo o di un non credo, combattendo anche i reati generati dall'odio e l'incitamento all'odio e promuovendo l'istruzione e il pluralismo. Insistiamo inoltre sul fatto che le critiche nei confronti di credenze, idee, pratiche e leader religiosi non dovrebbero essere vietate o sanzionate penalmente. L'UE ribadisce che la libertà di religione o di credo e la libertà di espressione sono diritti interdipendenti, correlati, che si rafforzano reciprocamente. Anche quest'anno, in cui si celebra il 40º anniversario della dichiarazione delle Nazioni Unite sull'eliminazione di tutte le forme di intolleranza e discriminazione fondate sulla religione o sul credo, teniamo a ribadire che nessuno può essere assoggettato a costrizioni che possano mettere a repentaglio la sua libertà di scegliere una religione o un credo. L'UE continuerà a promuovere e proteggere la libertà di religione o di credo. Ci adopereremo per far sentire le voci delle vittime e per ottenere che chi commette atti di persecuzione o violenza fondati sulla religione o sul credo sia chiamato a risponderne personalmente". - (PRIMAPRESS)