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AL MARRIOTT GRAND HOTEL FLORA DI ROMA È NATA UNA NUOVA STELLA: IL DOGLIANI DOCG

(PRIMAPRESS) - dogliani ROMA - Presso la sala Ailanto del settimo piano, il Marriott Grand Hotel Flora di via Veneto ha ospitato il 6 giugno un prestigioso evento: l’ingresso in società di una nuova stella nel firmamento vitivinicolo, il Dogliani Docg.“Dopo il Barolo e il Barbaresco - sostiene il presidente della Camera di commercio di Cuneo e Unioncamere Ferruccio Dardanello nel corso dell'incontro romano - un’altra gemma di Langa, vie- ne presentata nella capitale: il Dogliani Docg. Un vino in grado di regalare grandi emozioni e ac- compagnare le specialità del territorio e i prodotti del Cuneese. Non dimentichiamo che la Granda è l'area italiana con il maggior numero di vini docg, tra cui il prestigioso Dogliani”. Il “capoluogo”, Dogliani, evoca la personalità di un intellettuale ed economista di fama mondiale: Luigi Einaudi che ha trascorso, nel paese natale della madre, parte della giovinezza diventando il secondo presidente della Repubblica, ricostruita dopo le distruzioni della guerra. La presenza nei secoli del vitigno è testimoniata non solo da documenti storici, ma dall’etimologia della parola medesima: “Dogliani” ovvero “Dolium Jani”, significa “doglia”, una caraffa da vino utilizzata dal dio Giano. La zona del Dogliani, caratterizzata da colline che vanno dai 250 ai 700 metri di altitudine, nel sud- ovest del Piemonte, coronata dalla catena delle Alpi che degrada verso il mare, è da sempre l’habitat ideale per il vitigno dolcetto. Uva “dolcetto”, amabile e invitante nel pieno della maturazione, ma anche uva dalle molteplici proprietà terapeutiche con ricchezza di ferro, manganese e potassio, da consentire la diffusione, nel secolo scorso, di stabilimenti di ampeloterapia (la cura attraverso l’uva, che prevede l’introduzione del frutto autunnale dolce e succoso con buccia e semi quale alimento esclusivo, o quasi, di una dieta) con consumo quotidiano di almeno un grappolo di quest’uva definita appunto “curativa”.Il “Dogliani” è un vino di colore rosso rubino, talvolta con riflessi violacei, profumo intenso di li- quirizia, mandorla amara, more e ciliege, talora con richiami floreali, dal gusto secco, amarognolo,L’iniziativa, che ha visto protagoniste 48 aziende del Cuneese produttrici di Dogliani Docg, con l’adesione di oltre 75 rinomate etichette, è stato presentato dalla Camera di commercio di Cuneo, grazie alla sua azienda speciale CEAM (Centro Estero Alpi del Mare), in collaborazione con i produttori del Dogliani Docg, la Bottega del Vino di Dogliani, la Regione Piemonte, la Provincia di Cuneo, Ima Piemonte, l’Associazione romana Sommelier, la Fipe Confcommercio Roma, la Federalberghi e Unioncamere. di medio corpo, poco acido, sufficientemente tannico, morbido e armonico. Nasce così il Dogliani Docg nelle sue due versioni: il Dogliani, vino ricco di profumi fresco ed elegante, pronto ad essereconsumato entro il primo anno dalla vendemmia, e il Dogliani Superiore, vino di straordinaria com- plessità, eleganza, struttura ed equilibrio nato nelle vigne più vocate e frutto di accurate scelte del produttore, da consumarsi a partire dal 1° novembre dell’anno successivo con ottimi risultati orga- nolettici, dopo idoneo periodo di affinamento. Questi i gioielli della Langa, che va da Dogliani a Mondovì; una Langa meno nota, ma proprio per questo più autentica, che vale la pena di essere scoperta. In questo territorio, la prestigiosa varietà piemontese del Dogliani Docg si è meglio adattata riu- scendo a esprimere vini freschi, fruttati ma anche di buona struttura e molto più longevi. Un ideale connubio tra territorio, clima e uomini che si prendono cura del vitigno.Nell’ottica di semplificazione e sinergia tra i territori del Doglianese e Monregalese (aree di produzione del vino in questione), grazie al decreto di riconoscimento del nuovo disciplinare del 4 aprile 2011, si prevede che il dolcetto prodotto abbia un’unica denominazione, ovvero “Dogliani”, e assurga al livello di massimo prestigio, quello di Docg. â€œCon il Dogliani Docg - afferma il sindaco di Dogliani Nicola Chionetti che ha presentato il prestigioso vino - il territorio ha deciso di investire su sé stesso, con un prodotto di grande qualità e potenzialità. In qualche modo si tratta di una scommessa, in parte già vinta, che richiede, soprattutto ora, un lavoro di squadra tra i produttori e gli enti pubblici e privati che hanno la possibilità di investire per far conoscere questo straordinario prodotto”. La produzione riguarda i vigneti coltivati in 21 Comuni nella destra orografica del fiume Tanaro; gli ettari coltivati sono oltre un migliaio, per un quantitativo d’uva che si aggira sui 75.000 quintali, da cui si ricavano 55.000 ettolitri di vino. Oltre 6 milioni e mezzo di bottiglie, ogni anno, allietano le tavole di attenti consumatori nazionali e internazionali.Il segreto di questo prodotto d’eccellenza è la perfetta combinazione di un territorio collinare e impervio ma estremamente generoso, di un clima temperato che gode di una buona ventilazione, accompagnato dai segreti di un’uva “unica” e dal sapiente intervento dell’uomo, in vigna e in cantina.Nella terra del Dogliani i produttori hanno un sogno che si spera diventi realtà: che il loro vino possa esprimere, con la nobiltà del passato e la freschezza del presente, i valori di sobrietà, caparbietà, signorilità ed eleganza derivanti dalla forza di un’identità fuori dalle “mode” passeggere, ma dentro la “moda” del tempo. Il vino degustato è stato abbinato alle specialità e ai prodotti del territorio cuneese, abilmente preparati dai docenti dell’Istituto alberghiero di Mondovì e Dronero. - (PRIMAPRESS)