Stefano Accetta dalla Sicilia con “Non Parlare”
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- in Musica & Spettacoli
(PRIMAPRESS) - CATANIA - Stefano Accetta è un cantautore siciliano, che cerca di contribuire alla stesura di scritti che sono il frutto di riflessioni e analisi interiori miscelate ad esperienze vissute o storie eccezionali che fanno sentire vivi. La forza del testo e la coerenza delle musiche che rendono uniche le canzoni sono il suo biglietto da visita oltre ad una voce calda che carica di significato le parole ponderatamente elaborate e scelte per le sue canzoni. Lo abbiamo incontrato e abbiamo scambiato con lui qualche battuta, ecco come è andata!
D: Sei più vicino agli “Anta” che agli “Enta” e non sembra che il tempo sia riuscito ad affievolire il tuo bisogno di scrivere, da dove viene tutta questa testardaggine?
Stefano: - “Scrivere fa parte della mia vita, non credo succederà mai che si possa affievolire il bisogno che ognuno di noi ha di respirare o di mangiare, così come di contemplare un bel tramonto o di emozionarsi per un abbraccio di una persona cara, sono cose che fanno parte di noi e nel mio caso scrivere è una di esse. Da ragazzino sognavo una vita nella quale la musica e le mie canzoni sostenessero il mio libero vivere quotidiano e ignoravo che quel percorso, nel mio caso, sarebbe stato arricchito da altre esperienze comunque legate all'ambito della scrittura; poesie, racconti, articoli per riviste, marketing e comunicazione come professione sono tutte cose che faccio che mi entusiasmano perchè mi consentono di esternare i miei pensiere e le mie opinioni.”. D: In radio gira da un paio di mesi il singolo “Non Parlare”, titolo che si presta a più significati, ti va di parlare con noi di questa canzone?
Stefano: - “Certo che mi va ,anzi, è per me una buona occasione per dare qualche elemento in più circa la canzone che sta girando in radio su scala nazionale. Non parlare non è il monito di un criminale ad un complice arrestato dalla polizia per paura che faccia la spia, scherzi a parte “Non Parlare” è una canzone che invita al coraggio, alla consapevolezza, alla riflessione prima di agire. Il testo racconta di una persona che non riesce a prendere decisioni, che si è fermata e vorrebbe che anche il il mondo attendesse il suo riprender fiato. Una voce amica invita questa persona a non prendere decisioni e quindi a non esprimersi, a “...non parlare , almeno fino a quando non sai che dire...”. Occorre coraggio, occorre consapevolezza, bisogna farsi le giuste domande, chiedersi come, cambiare, dove andare, solo dopo che si hanno certe convinzioni, allora ha senso lanciarsi e provare.”. D: Cercando su Youtube abbiamo trovato tanti video che ti riguardano, in alcuni ci sono solo immagini e una canzone di tua composizione, altre volte ci sono interventi dove parli dei tuoi libri di poesie, c'è qualche contenuto video che ti va di segnalare? E perché?
Stefano: - “Io dico sempre, pensando agli artisti e più in generale a coloro i quali hanno il bisogno di arrivare ad un grande pubblico con le loro composizioni che Internet e in questo contesto Youtube è uno degli strumenti più utili e al tempo stesso uno dei nemici più spietati. Youtube è un canale di distribuzione di contenuti sul web, una “piattaforma” in grado di dare accesso a tutta la musica che una persona normale possa desiderare. E' perfetta se si pensa al potenziale di pubblico che si può raggiungere con un solo filmato, ma di fatto a reso più difficile la vita alle case discografiche che, è un fenomeno noto, hanno visto un drastico calo delle vendite e il mercato come si dice è in crisi. Ad ogni modo se hai un progetto musicale non puoi prescindere dalle piattaforme video per la distribuzione dello stesso, ad oggi se non è Youtube è Vimeo. Video da segnalare, nel mio canale c'è un estratto di un pensiero di Roberto Benigni sulla Poesia e sugli artisti, mi piace molto, perché parla proprio del Desiderio che hanno gli artisti i soli in grado di mettere nelle loro opere tale entusiasmo, tale energia!”. D: L'album “Quell'attimo” è stato pubblicato ad Aprile di quest'anno ed è facilmente reperibile su Spotify, su Deezer e altre piattaforme di streaming. Si può acquistare su i-Tunes e presso i digital store più comuni, cosa pensi dell'evoluzione del consumo della musica? È giusto che un lavoro costato ingegno, creatività, tempo, denaro sia così facilmente ascoltato gratis?
Stefano: - “Non è giusto, nella maniera più assoluta. Sarebbe come dire che entri in un negozio e ti piace molto un oggetto e lo porti via senza pagare un soldo, potendo godere di quell'oggetto tutte le volte che vuoi, più che un acquisto siamo vicini alla figura del furto. I dischi richiedono una lavorazione lunga e complessa, oltre al pensiero e alla creatività, c'è il tempo il denaro per i musicisti/professionisti che suonano, il mastering, la realizzazione del progetto grafico allegato, diciamo il vestito del disco e tutto questo viene beneficiato senza dover mettere mano al portafoglio. Mi ripeto non lo ritengo giusto, così come non è giusto che i locali dove si promuove il disco, il più delle volte, ti chiamino in cambio di un paio di birre e un panino. Ognuno di noi sa che se vuole entrare in questo mondo deve fare quella che chiamano “gavetta” ma a me sembra che sia entrato in crisi l'intero sistema e questa cosa, a parer mio, dovrà cambiare.”. D: Il cantautore in qualche modo è un mestiere unico e molti non sono in grado di capire perché non basta la definizione di Autore che canta le sue canzoni. Se ti chiedessi di spiegare meglio cosa si intende quando si dice “Cantautore”?
Stefano: - “La parola di per sé lascia intendere questo Cant-Autore Autore che canta le sue composizioni, è anche vero che consideriamo vino sia il novello da tavola che il Barolo d'annata. Io credo che è la vita di un artista che ci fa comprendere in che senso è da considerare cantautore o Cantautore (potremmo limitarci a distinguere le due figure dalla maiuscola e minuscola del termine). Domenico Modugno, Fabrizio De Andrè, Paolo Conte, Ivano Fossati fanno della definizione di Cantautore un modus vivendi che osserva e restituisce estremo rispetto per la musica e per le parole. Nelle loro opere trovi pensiero, desiderio, passione, narrazione, poesia e questo si traduce in ricchezza ed utilità per chi ascolta assolvendo alla funzione di servizio per la collettività propria del destino del cantautore, per come io lo intendo.”. - (PRIMAPRESS)
Stefano: - “Scrivere fa parte della mia vita, non credo succederà mai che si possa affievolire il bisogno che ognuno di noi ha di respirare o di mangiare, così come di contemplare un bel tramonto o di emozionarsi per un abbraccio di una persona cara, sono cose che fanno parte di noi e nel mio caso scrivere è una di esse. Da ragazzino sognavo una vita nella quale la musica e le mie canzoni sostenessero il mio libero vivere quotidiano e ignoravo che quel percorso, nel mio caso, sarebbe stato arricchito da altre esperienze comunque legate all'ambito della scrittura; poesie, racconti, articoli per riviste, marketing e comunicazione come professione sono tutte cose che faccio che mi entusiasmano perchè mi consentono di esternare i miei pensiere e le mie opinioni.”. D: In radio gira da un paio di mesi il singolo “Non Parlare”, titolo che si presta a più significati, ti va di parlare con noi di questa canzone?
Stefano: - “Certo che mi va ,anzi, è per me una buona occasione per dare qualche elemento in più circa la canzone che sta girando in radio su scala nazionale. Non parlare non è il monito di un criminale ad un complice arrestato dalla polizia per paura che faccia la spia, scherzi a parte “Non Parlare” è una canzone che invita al coraggio, alla consapevolezza, alla riflessione prima di agire. Il testo racconta di una persona che non riesce a prendere decisioni, che si è fermata e vorrebbe che anche il il mondo attendesse il suo riprender fiato. Una voce amica invita questa persona a non prendere decisioni e quindi a non esprimersi, a “...non parlare , almeno fino a quando non sai che dire...”. Occorre coraggio, occorre consapevolezza, bisogna farsi le giuste domande, chiedersi come, cambiare, dove andare, solo dopo che si hanno certe convinzioni, allora ha senso lanciarsi e provare.”. D: Cercando su Youtube abbiamo trovato tanti video che ti riguardano, in alcuni ci sono solo immagini e una canzone di tua composizione, altre volte ci sono interventi dove parli dei tuoi libri di poesie, c'è qualche contenuto video che ti va di segnalare? E perché?
Stefano: - “Io dico sempre, pensando agli artisti e più in generale a coloro i quali hanno il bisogno di arrivare ad un grande pubblico con le loro composizioni che Internet e in questo contesto Youtube è uno degli strumenti più utili e al tempo stesso uno dei nemici più spietati. Youtube è un canale di distribuzione di contenuti sul web, una “piattaforma” in grado di dare accesso a tutta la musica che una persona normale possa desiderare. E' perfetta se si pensa al potenziale di pubblico che si può raggiungere con un solo filmato, ma di fatto a reso più difficile la vita alle case discografiche che, è un fenomeno noto, hanno visto un drastico calo delle vendite e il mercato come si dice è in crisi. Ad ogni modo se hai un progetto musicale non puoi prescindere dalle piattaforme video per la distribuzione dello stesso, ad oggi se non è Youtube è Vimeo. Video da segnalare, nel mio canale c'è un estratto di un pensiero di Roberto Benigni sulla Poesia e sugli artisti, mi piace molto, perché parla proprio del Desiderio che hanno gli artisti i soli in grado di mettere nelle loro opere tale entusiasmo, tale energia!”. D: L'album “Quell'attimo” è stato pubblicato ad Aprile di quest'anno ed è facilmente reperibile su Spotify, su Deezer e altre piattaforme di streaming. Si può acquistare su i-Tunes e presso i digital store più comuni, cosa pensi dell'evoluzione del consumo della musica? È giusto che un lavoro costato ingegno, creatività, tempo, denaro sia così facilmente ascoltato gratis?
Stefano: - “Non è giusto, nella maniera più assoluta. Sarebbe come dire che entri in un negozio e ti piace molto un oggetto e lo porti via senza pagare un soldo, potendo godere di quell'oggetto tutte le volte che vuoi, più che un acquisto siamo vicini alla figura del furto. I dischi richiedono una lavorazione lunga e complessa, oltre al pensiero e alla creatività, c'è il tempo il denaro per i musicisti/professionisti che suonano, il mastering, la realizzazione del progetto grafico allegato, diciamo il vestito del disco e tutto questo viene beneficiato senza dover mettere mano al portafoglio. Mi ripeto non lo ritengo giusto, così come non è giusto che i locali dove si promuove il disco, il più delle volte, ti chiamino in cambio di un paio di birre e un panino. Ognuno di noi sa che se vuole entrare in questo mondo deve fare quella che chiamano “gavetta” ma a me sembra che sia entrato in crisi l'intero sistema e questa cosa, a parer mio, dovrà cambiare.”. D: Il cantautore in qualche modo è un mestiere unico e molti non sono in grado di capire perché non basta la definizione di Autore che canta le sue canzoni. Se ti chiedessi di spiegare meglio cosa si intende quando si dice “Cantautore”?
Stefano: - “La parola di per sé lascia intendere questo Cant-Autore Autore che canta le sue composizioni, è anche vero che consideriamo vino sia il novello da tavola che il Barolo d'annata. Io credo che è la vita di un artista che ci fa comprendere in che senso è da considerare cantautore o Cantautore (potremmo limitarci a distinguere le due figure dalla maiuscola e minuscola del termine). Domenico Modugno, Fabrizio De Andrè, Paolo Conte, Ivano Fossati fanno della definizione di Cantautore un modus vivendi che osserva e restituisce estremo rispetto per la musica e per le parole. Nelle loro opere trovi pensiero, desiderio, passione, narrazione, poesia e questo si traduce in ricchezza ed utilità per chi ascolta assolvendo alla funzione di servizio per la collettività propria del destino del cantautore, per come io lo intendo.”. - (PRIMAPRESS)