Studi legali: una ricerca di Wolters Kluwer rivela i top trend per la professione nei prossimi tre anni
- di RED-ROM
- in Fisco & Lavoro
(PRIMAPRESS) - MILANO – L’effetto generato dalla pandemia globale anche nei settori economici, ha prodotto una trasformazione digitale che doveva compensare la stagnazione sociale da lockdown. In questo contesto non ha fatto eccezione la professione legale, segnando un passo importante soprattutto per alcune tecnologie fondamentali nella gestione del business e nel contenimento dei costi. Tuttavia non è stato ancora possibile colmare il gap formatosi integrando capacità ed attività suppletive. È quanto emerge dalla ricerca “2021 Wolters Kluwer Future Ready Lawyer Survey: Moving Beyond the Pandemic” realizzata da Wolters Kluwer Legal & Regulatory su un panel di oltre 700 professionisti del mondo legale tra studi e corporate legal deparment di Stati Uniti ed Europa.
L’80% del panel ha evidenziato un incremento nella necessità di soluzioni tecnologiche in funzione della pandemia. “Dalla ricerca emerge come le soluzioni tecnologiche si siano rivelate essenziali per la resilienza del business nell'ultimo anno - sottolinea Martin O'Malley, Executive Vice President e Managing Director Wolters Kluwer Legal & Regulatory. - I professionisti vedono nella digital transformation e nella tecnologia due driver di cambiamento sui quali continueranno ad investire per migliorare prestazioni, efficienza e produttività.”
Confermato il trend generale degli ultimi tre anni in merito agli investimenti in tecnologia, che aumenteranno per il 61% degli intervistati (51% nel 2019, 60% nel 2020).
Per il 77%, l’impatto maggiore nei prossimi tre anni sul settore legale sarà generato proprio dalla crescente importanza della tecnologia oltre che dalla capacità di gestire una maggiore quantità di informazioni complesse. In controtendenza, per il secondo anno consecutivo, la capacità di gestire tali tecnologie: solo poco più del 30% degli intervistati, infatti, ritiene la propria attività in grado di farlo.
Nel 2021 è in aumento dal 68% al 73% chi prevede l’utilizzo di “alternative legal service provider” (ALSP).
Il rapporto con la digitalizzazione influisce anche nelle scelte dei consulenti esterni: il 91% (81% nel 2020) degli uffici legali aziendali già chiede, o prevede di farlo, come lo studio legale a cui si affida utilizzi la tecnologia. Per l’82% la capacità di utilizzare la tecnologia per migliorare produttività ed efficienza - oltre a collaborazione e processi lavorativi - è il primo fattore di valutazione nella selezione del partner legale a cui affidarsi.
Tra le tecnologie che stanno rivoluzionano il mondo legale, si confermano al primo posto le più performanti in grado di portare maggiore valore aggiunto. In particolare: i Big Data e l’analisi predittiva nei prossimi tre anni avranno un impatto sull’attività legale per il 75% dei corporate legal office, in crescita rispetto al 67% del 2020. In aumento anche la percentuale relativa agli studi legali, che si attesta al 69% rispetto al 58% del 2020. Si conferma anche in questo caso il gap generale nell’applicazione di queste tecnologie: meno di un terzo dichiara infatti di conoscerle molto bene. Cresce l’attesa, a tutti i livelli, dell’impatto sul business generato dalle tecnologie trasformazionali.
Le tecnologie trasformazionali sono in crescita: secondo il 75% (67% nel 2020) dei corporate legal office, i Big Data e l’analisi predittiva avranno un impatto sulle loro attività nei prossimi tre anni.
Le law firm e gli uffici legali aziendali che sfruttavano e investivano già in tecnologia dal 2019 (46% degli intervistati) si sono rivelati maggiormente preparati a gestire la crisi generata dalla pandemia, mantenendo la continuità aziendale. Il 65% ha confermato, inoltre, di voler continuare ad investire in innovazione.
- (PRIMAPRESS)