Parchi naturali, Santini (Federparchi) : “Necessità di una Big Data delle aree verdi e più fondi alle aree regionali”
- di RED-ROM
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(PRIMAPRESS) - PISA - L’Italia verde e protetta manca di una banca dati per orientare correttamente le scelte della politica. È il senso dell’intervento del presidente di Federparchi, Luca Santini intervenuto al convegno in corso al Parco Migliaino San Rossore Massacciuccoli di Pisa.
“Fare sistema fra tutte le tipologie delle aree protette è importante non solo per la conservazione della natura e per far avanzare modelli di sviluppo sostenibili, ma anche per fronteggiare i mutamenti climatici, rispetto ai quali i parchi devono svolgere la loro parte. E’ fondamentale - prosegue Santini - tirare fuori dai cassetti i dati delle aree protette sul monitoraggio e costruire una banca dati unificata da mettere a sistema con quelle dell’Ispra. Servono Big data sulla biodiversità e gli ecosistemi che siano accessibili e aperti, soprattutto al mondo della ricerca scientifica, al fine di offrire ai decisori politici le conoscenze e gli strumenti per andare nella giusta direzione”.
L’Agenda europea 2030 pone, infatti, l’obiettivo del 30% di aree protette a terra e a mare. A terra siamo al 21%, mentre a mare siamo al 16%. Sono obiettivi raggiungibili, anche per la protezione del mare dove dovrebbe essere più facile intervenire perché tutto pubblico.
“Sarebbe infine importante avere risorse governative anche per i parchi regionali, si tratterebbe di un forte segnale politico di attenzione alle aree protette come sistema integrato e non frammentato come spesso accade oggi fra parchi nazionali, regionali, aree marine e riserve di vario tipo. Conservazione, sviluppo sostenibile e contrasto ai cambiamenti climatici sono obiettivi fondamentali che richiedono l’impegno e il contributo di tutti e i parchi sono in prima fila”. - (PRIMAPRESS)
“Fare sistema fra tutte le tipologie delle aree protette è importante non solo per la conservazione della natura e per far avanzare modelli di sviluppo sostenibili, ma anche per fronteggiare i mutamenti climatici, rispetto ai quali i parchi devono svolgere la loro parte. E’ fondamentale - prosegue Santini - tirare fuori dai cassetti i dati delle aree protette sul monitoraggio e costruire una banca dati unificata da mettere a sistema con quelle dell’Ispra. Servono Big data sulla biodiversità e gli ecosistemi che siano accessibili e aperti, soprattutto al mondo della ricerca scientifica, al fine di offrire ai decisori politici le conoscenze e gli strumenti per andare nella giusta direzione”.
L’Agenda europea 2030 pone, infatti, l’obiettivo del 30% di aree protette a terra e a mare. A terra siamo al 21%, mentre a mare siamo al 16%. Sono obiettivi raggiungibili, anche per la protezione del mare dove dovrebbe essere più facile intervenire perché tutto pubblico.
“Sarebbe infine importante avere risorse governative anche per i parchi regionali, si tratterebbe di un forte segnale politico di attenzione alle aree protette come sistema integrato e non frammentato come spesso accade oggi fra parchi nazionali, regionali, aree marine e riserve di vario tipo. Conservazione, sviluppo sostenibile e contrasto ai cambiamenti climatici sono obiettivi fondamentali che richiedono l’impegno e il contributo di tutti e i parchi sono in prima fila”. - (PRIMAPRESS)