Incendi: Draghi mobilita la protezione civile nazionale. Quell’errore dell’ex ministro Madia di risparmiare sul Corpo Forestale
- di RED-ROM
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(PRIMAPRESS) - REGGIO CALABRIA - Dopo la richiesta d'aiuto della Regione Calabria, devastata dagli incendi, il premier Draghi ha firmato il Dpcm con la dichiarazione dello stato di mobilitazione nazionale del Sistema di Protezione Civile. Il dipartimento è al lavoro per coordinare l'invio di volontari, delle organizzazioni nazionali e delle colonne mobili regionali, che opereranno per spegnere i roghi. Solo oggi sono state 28 le richieste di concorso aereo avante al Centro aereo unificato (Coau), di cui 8 dalla Calabria.
Ma a stagione estiva terminata quando le temperature torride di questa estate non contribuiranno a favorire gli incendi che hanno devastato mezza penisola, bisognerà fare i conti in modo serio con la prevenzione degli incendi. “Il 57,4% degli incendi sono dolosi, come segnalano i vigili del fuoco che riescono a rilevare i punti di innesco. Ed hanno effetti devastanti. Il 13,7% non è intenzionale, e quindi sono colposi per mancanza di cultura. Siamo già oltre il 70% di incendi che è responsabilità nostra e che incide su un sistema predisposto» dal punto di vista climatico «meno del 2% sono di origine naturale”. A dirlo è stato nei giorni scorsi il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani in aula alla Camera, nel corso dell’informativa sugli incendi che hanno devastato i territori italiani”. Nel PNRR la parola prevenzione è citata ma non declinata nelle azioni e nelle infrastrutture che dovranno servire a monitorare i territori. E il conto degli ettari bruciati in Sardegna, Abruzzo, Puglia, Calabria e Sicilia supera i 40 mila ettari. Un disastro ambientale enorme. In tutto questo c’è stata anche la miopia di una giovane ministra Madia che nel 2015 nei tagli orizzontali della Pubblica Amministrazione accorpò il Corpo Forestale ai Carabinieri. Un’operazione che sta pesando su quanto sta accadendo in questi giorni. - (PRIMAPRESS)
Ma a stagione estiva terminata quando le temperature torride di questa estate non contribuiranno a favorire gli incendi che hanno devastato mezza penisola, bisognerà fare i conti in modo serio con la prevenzione degli incendi. “Il 57,4% degli incendi sono dolosi, come segnalano i vigili del fuoco che riescono a rilevare i punti di innesco. Ed hanno effetti devastanti. Il 13,7% non è intenzionale, e quindi sono colposi per mancanza di cultura. Siamo già oltre il 70% di incendi che è responsabilità nostra e che incide su un sistema predisposto» dal punto di vista climatico «meno del 2% sono di origine naturale”. A dirlo è stato nei giorni scorsi il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani in aula alla Camera, nel corso dell’informativa sugli incendi che hanno devastato i territori italiani”. Nel PNRR la parola prevenzione è citata ma non declinata nelle azioni e nelle infrastrutture che dovranno servire a monitorare i territori. E il conto degli ettari bruciati in Sardegna, Abruzzo, Puglia, Calabria e Sicilia supera i 40 mila ettari. Un disastro ambientale enorme. In tutto questo c’è stata anche la miopia di una giovane ministra Madia che nel 2015 nei tagli orizzontali della Pubblica Amministrazione accorpò il Corpo Forestale ai Carabinieri. Un’operazione che sta pesando su quanto sta accadendo in questi giorni. - (PRIMAPRESS)