Politica, il Pd alla ricerca del tempo perduto tra le fronde dell'Ulivo: da Parisi a Renzi e Calenda per far riflettere Letta
- di RED-ROM
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(PRIMAPRESS) - ROMA - I ballottaggi per completare il secondo turno delle elezioni amministrative, chiariranno un po' di più le scelte dell'elettorato e spingeranno anche il Pd a rivedere, sotto la spinta del suo segretario Letta, l'intenzione di ripristinare un grande "Ulivo" che per molti ha più il senso di una grande ammucchiata che gli stessi elettori hanno in qualche modo contestato. E che anche i voti raccolti da Carlo Calenda a Roma hanno confermato. Lo stesso Premio Nobel per la Fisica, ieri acclamato nell'aula della Camera e intervenuto sulla Pre-Cop 26 (il meeting sul clima che si terrà a Glasgow) e con un passato da militante di sinistra, confessa di non saper formulare nessuna teoria su cosa avverrà su questa magmatica situazione sui nuovi orizzonti del Pd. Oltre Calenda c'è un altro pezzo di ex Pd che non la pensa come il segretario: è il leader di Italia Viva, Matteo Renzi che bolla il tentativo di un richiamo alla vecchia stagione dell'Ulivo come un'operazione nostalgia. "Le divisioni interne hanno fatto fallire un progetto ampio. Il futuro dipenderà dalla legge elettorale. Ma è certo che chi occupa il centro vince". Afferma convintamente Renzi che poi lancia un sasso nello stagno sulla questione degli appalti Covid: "Questa vicenda è peggio di Tangentopoli vedrete".
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