Nuove armi per combattere il cheratocono
- di RED-CENTRALE
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(PRIMAPRESS) - MILANO - A meno di un anno dal lancio del cross-linking in Neuromed, la comunità scientifica analizza l’efficacia di questa tecnica nel trattamento del cheratocono in età pediatrica. È stato infatti recentemente pubblicato, sul Journal Refractive Surgery, rivista a caratura internazionale di oftalmologia, l’ultimo studio condotto dal dott. Gianni Petrocelli, l’oculista che ha introdotto la tecnica in Neuromed, già sperimentata presso l’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù di Roma con il dott. Buzzonetti. Lo studio ha valutato l’efficacia della tecnica del cross-linking corneale in pazienti pediatrici affetti da cheratocono, una patologia che, come spiega il dott. Petrocelli, “riguarda la cornea e che in genere colpisce entrambi gli occhi. In presenza di cheratocono, la cornea assume una curvatura irregolare provocando un peggioramento della capacità visiva. È una patologia particolarmente aggressiva nell’età pediatrica che tende a rallentare intorno ai 35-40 anni”. Questa patologia nelle forme più lievi si corregge con occhiali e con speciali lenti a contatto, prescritte e costruite da personale qualificato, nelle forme più gravi invece è necessario un intervento chirurgico di trapianto di cornea.
Grazie al cross-linking la chirurgia non è più l’unica soluzione nel trattamento del cheratocono: infatti questa tecnica parachirurgica consente di rallentare, e in alcuni casi addirittura di bloccare, l’evoluzione della patologia rinforzando le fibre di collagene che costituiscono la cornea. La tecnica sfrutta l’azione di una particolare reazione chimica, assolutamente indolore, ottenuta utilizzando la vitamina b (riboflavina) stimolata da un laser a luce ultravioletta.
La tecnica è semplice e l’intervento eseguito in anestesia topica, cioè con un collirio, in genere non dura più di 60 minuti.
Particolarmente importante, aggiunge il dott. Petrocelli, è la diagnosi precoce di cheratocono poiché “il cross linking deve essere eseguito il prima possibile in caso di forme rapidamente progressive, al fine di conservare una buona qualità visiva e di procrastinare o evitare l’intervento chirurgico. Costanti peggioramenti del visus (astigmatismo e miopia) devono indurre il paziente a sottoporsi a visita medica specialistica”. - (PRIMAPRESS)