Antartide: spedizione italiana dell'Enea. Ricostruirà il clima del pianeta fino a 1,5 milioni di anni fa
- di RED-ROM
- in Ambiente
(PRIMAPRESS) - ROMA - Probabilmente l'attenzione che riceverà quest'anno la 37a Spedizione Italiana in Antartide, sarà molto più forte rispetto al passato. L'Antartide è un riconosciuto sensore dei cambiamenti climatici del pianeta e il mondo tutto nel prossimo Cop26 di Glasgow dovrà dare un segnale evidente di come dovranno cambiare le politiche di riduzione delle emissioni di CO2. La Campagna estiva 2021-22 durerà 4 mesi e vedrà sul campo la partecipazione di 220 tra tecnici e ricercatori, impegnati in oltre 50 progetti di ricerca presso le stazioni “Mario Zucchelli” e “Concordia”, sulla nave italiana per la ricerca oceanografica “Laura Bassi” e presso alcune basi straniere. Questa ricerca è finanziata dal Ministero dell’Università e Ricerca nell’ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA), le missioni italiane sono gestite dall’ENEA per la pianificazione e l’organizzazione logistica e dal Consiglio Nazionale Delle Ricerche (Cnr) per la programmazione e il coordinamento scientifico. Questo primo gruppo composto da 23 persone è arrivato con un volo del Programma Antartico degli Stati Uniti d’America (USAP) e si occuperà di riattivare tutti i servizi della stazione Mario Zucchelli (MZS) e di preparare la pista di 3 km sul pack marino, necessaria all’atterraggio dei successivi voli intercontinentali. A guidare la squadra di tecni e ricercatori, è Gianluca Bianchi Fasani dell’ENEA per le prime fasi organizzative, a novembre le consegne del "camp" andranno ad Alberto della Rovere, sempre dell’ENEA, che guiderà la stazione MZS fino al termine della spedizione. Le Forze Armate partecipano con 18 esperti militari di Esercito, Marina, Aeronautica e Arma dei Carabinieri che affiancheranno sul campo il personale ENEA, Cnr e dei diversi enti di ricerca e università durante tutto il corso della spedizione. Parteciperanno alle attività anche 4 componenti del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Inoltre, un C-130J della 46a Brigata Aerea dell’Aeronautica Militare Italiana effettuerà i collegamenti tra Christchurch (Nuova Zelanda), la base italiana MZS e quella statunitense di McMurdo, assicurando il trasporto di passeggeri e materiali. A supporto di questa operazione saranno impiegati 40 militari dell’AMI di base a Christchurch. Sono programmati nel corso della spedizione 10 voli intercontinentali, di cui uno destinato a soli passeggeri sarà operato da Hobart (Australia) con l’Airbus-A319 dell’Australian Antarctic Division. La nave rompighiaccio Laura Bassi dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale di Trieste (OGS) gestita congiuntamente da Cnr, ENEA e OGS, salperà il 7 dicembre dal porto neozelandese di Lyttelton con destinazione MZS, per poi fare rientro in Nuova Zelanda il 25 marzo 2022. Con l’arrivo, il 2 novembre, del primo personale presso la stazione di Concordia, a oltre 3mila metri di altezza nell’entroterra sul plateau antartico, si concluderà la 17esima campagna invernale (winterover) e avrà inizio quella estiva, sotto la guida di Rocco Ascione dell’ENEA. In particolare, a Little Dome C, a 40 chilometri da Concordia, proseguiranno le attività legate all’allestimento del campo per il progetto internazionale “Beyond Epica Oldest Ice”, coordinato dall’Istituto di scienze polari del Cnr (Cnr-Isp) a cui partecipa anche l’Università Ca’ Foscari Venezia. Il campo ospiterà le attività di perforazione del ghiaccio più antico del mondo, con l’obiettivo di ricostruire il clima del pianeta fino a 1,5 milioni di anni fa. Sempre a partire da novembre inizierà anche il graduale arrivo dei 13 nuovi partecipanti al winterover – di cui 6 del PNRA, 6 dell’Istituto polare francese Paul Emile Victor (IPEV) e 1 medico svedese dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) – che sostituiranno il team precedente e resteranno in completo isolamento fino a novembre 2022, quando, a causa delle temperature esterne che arrivano a -80°C (percepite fino a-100°C), non sarà più possibile raggiungere la base. Per garantire in Antartide una bolla di sicurezza contro la diffusione del Covid, continuerà ad essere applicato a tutto il personale lo stringente protocollo sanitario sviluppato lo scorso anno dal Consiglio dei direttori dei programmi nazionali antartici (COMNAP). Mantenere il più possibile l’Antartide Covid free è un impegno decisivo per consentire la permanenza scientifica dell’uomo in un ambiente estremo e con capacità sanitarie limitate. Per questo tutti i partecipanti saranno sottoposti a rigorosi controlli sanitari sia prima della partenza dall’Italia, che all’arrivo presso i gateway antartici australiano e neozelandese. Confermata per tutto il personale anche una quarantena rigida di 14 giorni fino al trasferimento in Antartide. - (PRIMAPRESS)