Ecosistema montagne: nasce Gruppo di lavoro del CNR. Bonasoni: "Dati di 10 istituti per orientare anche i decisori politici"
- di RED-ROM
- in Ambiente
(PRIMAPRESS) - ROMA - La Giornata internazionale della Montagna è stata l'occasione per la costituzione del Gruppo di Lavoro sulle Montagne, nato su iniziativa del Dipartimento scienze del sistema Terra e tecnologie per l'ambiente del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Dsstta), e al quale partecipano otto suoi Istituti e due Istituti dei Dipartimenti Medicina e Agro-Bio-alimentare, nonché i rappresentanti dell’Ente nell’Accordo CAI-Cnr, nel cui ambito è stato avviato il progetto “Rifugi Sentinella del clima e dell’ambiente”.
Nel primo incontro del gruppo, tenutosi presso l’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Cnr di Bologna (Cnr-Isac), è stato presentato dai ricercatori lo stato dell’arte di studi e ricerche riguardanti le montagne. Le tematiche di ricerca si sviluppano interallacciandosi e affrontando argomenti di estremo interesse per la scienza, la società ed il turismo, per la sicurezza delle montagne e la risorsa acqua.
Il monitoraggio continuativo di composti climalteranti in stazioni di montagna, quindi in condizioni di fondo, mostra concentrazioni di CO2 che hanno superato le 420 ppm, e ribadisce la necessità di limitare l’uso di combustibili fossili, come sollecitato dall’IPCC. Di rilievo lo studio del particolato atmosferico come il black carbon in grado di assorbire la radiazione solare e che depositato sui ghiacciai ne diminuisce l’albedo contribuendo alla loro fusione, lo studio ed il censimento dei fenomeni franosi sulle Alpi mai così elevati dal 2000, che nel 2022 hanno registrato 71 eventi, l’85% dei quali registrati durante l’estate, a testimonianza dell’influenza del cambiamento climatico che con le elevate temperature rende critiche rocce, permafrost e, di conseguenza, gli impianti in alta quota.
Queste solo alcune delle evidenze che riguardano anche lo studio ed il mapping di biodiversità in aree montane, ecosistemi montani d'acqua dolce e rilascio di sostanze inquinanti dalla criosfera, l’analisi e previsione di fenomeni geo-idrologici, la modellistica e previsioni stagionali di innevamento e risorse idriche, le attività antropiche che interagiscono con l’ambiente l’uomo e le sue attività.
"In questo ambito, il Gruppo di Lavoro Montagne del CNR che proprio oggi si è formalmente costituito - spiega il coordinatore del gruppo Paolo Bonasoni - vuole mettere a sistema una progettualità scientifica che raccoglie l’expertise su differenti tematiche di dieci Istituti CNR, mettendo a disposizione la diffusione dei risultati conseguiti per favorire la protezione delle Montagne e la consapevolezza dell'impatto umano su questo ambiente". Dati che potranno risultare efficaci anche per le decisioni delle governance delle comunità montane ma anche per un processo di sensibilizzazione verso il grande pubblico con campagne di citizen science per incoraggiare azioni responsabili.
"La crisi climatica in atto ha impatti più intensi in montagna rispetto ad altre componenti del sistema terrestre - sottolinea Fabio Trincardi, Direttore del Dipartimento di scienze del sistema terre e tecnologia per l'ambiente - Le montagne sono le prime sentinelle dei cambiamenti climatici perché rispondono rapidamente ed in modo spesso amplificato alle fluttuazioni del clima ed agli impatti delle attività umane. Esse rivestono un ruolo importante per valutare lo stato di salute di atmosfera, idrosfera, biosfera, litosfera e criosfera, essendo "piattaforme" attive e ideali per studiare il clima, le sue variazioni e i relativi impatti. - (PRIMAPRESS)
Nel primo incontro del gruppo, tenutosi presso l’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Cnr di Bologna (Cnr-Isac), è stato presentato dai ricercatori lo stato dell’arte di studi e ricerche riguardanti le montagne. Le tematiche di ricerca si sviluppano interallacciandosi e affrontando argomenti di estremo interesse per la scienza, la società ed il turismo, per la sicurezza delle montagne e la risorsa acqua.
Il monitoraggio continuativo di composti climalteranti in stazioni di montagna, quindi in condizioni di fondo, mostra concentrazioni di CO2 che hanno superato le 420 ppm, e ribadisce la necessità di limitare l’uso di combustibili fossili, come sollecitato dall’IPCC. Di rilievo lo studio del particolato atmosferico come il black carbon in grado di assorbire la radiazione solare e che depositato sui ghiacciai ne diminuisce l’albedo contribuendo alla loro fusione, lo studio ed il censimento dei fenomeni franosi sulle Alpi mai così elevati dal 2000, che nel 2022 hanno registrato 71 eventi, l’85% dei quali registrati durante l’estate, a testimonianza dell’influenza del cambiamento climatico che con le elevate temperature rende critiche rocce, permafrost e, di conseguenza, gli impianti in alta quota.
Queste solo alcune delle evidenze che riguardano anche lo studio ed il mapping di biodiversità in aree montane, ecosistemi montani d'acqua dolce e rilascio di sostanze inquinanti dalla criosfera, l’analisi e previsione di fenomeni geo-idrologici, la modellistica e previsioni stagionali di innevamento e risorse idriche, le attività antropiche che interagiscono con l’ambiente l’uomo e le sue attività.
"In questo ambito, il Gruppo di Lavoro Montagne del CNR che proprio oggi si è formalmente costituito - spiega il coordinatore del gruppo Paolo Bonasoni - vuole mettere a sistema una progettualità scientifica che raccoglie l’expertise su differenti tematiche di dieci Istituti CNR, mettendo a disposizione la diffusione dei risultati conseguiti per favorire la protezione delle Montagne e la consapevolezza dell'impatto umano su questo ambiente". Dati che potranno risultare efficaci anche per le decisioni delle governance delle comunità montane ma anche per un processo di sensibilizzazione verso il grande pubblico con campagne di citizen science per incoraggiare azioni responsabili.
"La crisi climatica in atto ha impatti più intensi in montagna rispetto ad altre componenti del sistema terrestre - sottolinea Fabio Trincardi, Direttore del Dipartimento di scienze del sistema terre e tecnologia per l'ambiente - Le montagne sono le prime sentinelle dei cambiamenti climatici perché rispondono rapidamente ed in modo spesso amplificato alle fluttuazioni del clima ed agli impatti delle attività umane. Esse rivestono un ruolo importante per valutare lo stato di salute di atmosfera, idrosfera, biosfera, litosfera e criosfera, essendo "piattaforme" attive e ideali per studiare il clima, le sue variazioni e i relativi impatti. - (PRIMAPRESS)