Energie alternative, Fiper chiede a Renzi di rimediare alle decisioni di Letta sul teleriscaldamento
- di RED ROMA
- in Ambiente
(PRIMAPRESS) - ROMA – La protesta dei produttori di teleriscaldamento parte dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale di venerdì 21 marzo del Decreto dell’ex presidente del Consiglio dei ministri Enrico Letta che, tra gli interventi proposti dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, individua la riduzione del 15% del credito di imposta a favore dei clienti allacciati alle reti di teleriscaldamento alimentate a biomassa, “con l’aggravante – si legge nella nota dei produttori - di retroattività del provvedimento a far data dal 1° gennaio 2014”.
“Siamo indignati da questo provvedimento retroattivo del Governo uscente, - commenta Walter Righini, presidente di FIPER (Federazione Italiana Produttori Energia da Fonti Rinnovabili) - dalle sue modalità e dal segnale dirompente che produce in ambito montano. Infatti, riducendo il credito di imposta ossia lo sconto (articolo 2, comma 12, della legge 203/2008) applicato ai clienti finali allacciati a reti di teleriscaldamento e nel contempo non diminuendo nella medesima percentuale la componente fiscale sulle fonti fossili destinate al riscaldamento, si finisce per favorire l’impiego di questi combustibili anziché promuovere la filiera bosco-legno-energia in ambito locale”.
A quanto pare il Governo uscente ha difeso la scelta parlando di una minima riduzione, spiegazione che però non è proprio andata giù alla Fiper soprattutto per l’introduzione del precedente della retroattività, tra l’altro in un comparto che sinora non ha beneficiato di incentivi diretti. Il gettito complessivo stimato dalla riduzione del credito di imposta sul teleriscaldamento, secondo la stima Fiper, si aggira intorno ai 700.000 Euro l’anno, un importo minimo per il sistema Paese, rispetto ad esempio, alla possibilità di recuperare 300 milioni di Euro annui dall’impiego delle potature del verde urbano a fini energetici, proposta che il Commissario Cottarelli sembra aver recepito nel progetto di spending review, sempre su sollecitazione FIPER.
“Ci rivolgiamo al Governo Renzi, - conclude Righini - affinché provveda in tempi rapidi a rivedere il provvedimento specifico alla luce della disparità di trattamento tra le diverse fonti per il riscaldamento in area montana, in un’ottica di promozione dell’efficienza produttiva, attraverso reti di teleriscaldamento abbinate a fonti rinnovabili, come del resto indicato dalla recente Direttiva Europea sull’efficienza energetica”. - (PRIMAPRESS)
“Siamo indignati da questo provvedimento retroattivo del Governo uscente, - commenta Walter Righini, presidente di FIPER (Federazione Italiana Produttori Energia da Fonti Rinnovabili) - dalle sue modalità e dal segnale dirompente che produce in ambito montano. Infatti, riducendo il credito di imposta ossia lo sconto (articolo 2, comma 12, della legge 203/2008) applicato ai clienti finali allacciati a reti di teleriscaldamento e nel contempo non diminuendo nella medesima percentuale la componente fiscale sulle fonti fossili destinate al riscaldamento, si finisce per favorire l’impiego di questi combustibili anziché promuovere la filiera bosco-legno-energia in ambito locale”.
A quanto pare il Governo uscente ha difeso la scelta parlando di una minima riduzione, spiegazione che però non è proprio andata giù alla Fiper soprattutto per l’introduzione del precedente della retroattività, tra l’altro in un comparto che sinora non ha beneficiato di incentivi diretti. Il gettito complessivo stimato dalla riduzione del credito di imposta sul teleriscaldamento, secondo la stima Fiper, si aggira intorno ai 700.000 Euro l’anno, un importo minimo per il sistema Paese, rispetto ad esempio, alla possibilità di recuperare 300 milioni di Euro annui dall’impiego delle potature del verde urbano a fini energetici, proposta che il Commissario Cottarelli sembra aver recepito nel progetto di spending review, sempre su sollecitazione FIPER.
“Ci rivolgiamo al Governo Renzi, - conclude Righini - affinché provveda in tempi rapidi a rivedere il provvedimento specifico alla luce della disparità di trattamento tra le diverse fonti per il riscaldamento in area montana, in un’ottica di promozione dell’efficienza produttiva, attraverso reti di teleriscaldamento abbinate a fonti rinnovabili, come del resto indicato dalla recente Direttiva Europea sull’efficienza energetica”. - (PRIMAPRESS)