Turismo: due procedure d'infrazione dall'Ue per l'Italia. Nel mirino voucher aerei e "pacchetti" tutto compreso
- di RED-ROM
- in Italia
(PRIMAPRESS) - BRUXELLES - Voucher aerei e i “Pacchetti Viaggio” tutto compreso nell’occhio del ciclone con la Commissione europea che ha avviato due procedure di infrazione contro l’Italia a tutela dei diritti di chi viaggia in aereo, traghetto e pullman. Era un provvedimento annunciato perché da tempo era stata sollevata la polemica sulla strumentalità delle compagnie aeree nell’utilizzare la formula del voucher da spendere successivamente al posto del rimborso di voli non effettuati al tempo del coronavirus ma anche immediatamente dopo.
Dunque, il primo procedimento che arriva dall’UE riguarda proprio la legge adottata con il decreto cura Italia del 13 marzo, che ha consentito alle compagnie aeree e di navigazione che cancellano viaggi per motivi legati al Covid-19 l’offerta di voucher di importo pari a quello del biglietto fino al 30 settembre come unica forma di rimborso, ritenuta dall’Ue una violazione del diritto comunitario.
Il regolamento comunitario 261 del 2004, relativo ai voli aerei, stabilisce che i passeggeri hanno il diritto di scegliere tra il rimborso in denaro – che va pagato entro 7 giorni dalla cancellazione del viaggio – ed eventuali altre forme di rimborso, come possono essere i voucher. La stessa richiesta di procedura di infrazione è stata avviata nei confronti della Grecia.
La seconda richiesta riguarda invece Italia, Grecia e altri otto Paesi – Cipro, Croazia, Francia, Lituania, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca e Slovacchia – e verte sui pacchetti di viaggi tutto compreso e sulle norme nazionali che consentono agli organizzatori, i tour operator, di emettere voucher per viaggi annullati invece del rimborso in denaro. Stesso problema anche qui, perché l’Europa consente invece ai viaggiatori di scegliere come essere risarciti.
Le procedure sono in fase iniziale e l’Italia ha due mesi di tempo per rispondere con le proprie obiezioni, per cui per 60 giorni i possibili rimborsi ai passeggeri sono da ritenersi congelati. In realtà il dialogo tra governo e Ue è già in corso, ma al momento non lascia spazio a trattative.
Il ministro dei Trasporti Paola De Micheli e il ministro dei Beni culturali e del Turismo Dario Franceschini nei giorni scorsi hanno proposto alla Commissione europea la scelta tra voucher e rimborso a partire dal 31 luglio, ma da Bruxelles non ci sono state aperture. Anzi, la nota diffusa ribadisce che l’esecutivo europeo ha “costantemente chiarito che i diritti dei consumatori restano validi anche in questo contesto senza precedenti, e che le misure adottate dalle nazioni a supporto dell’industria” non possono andare a modificarli.
Il governo italiano al momento sta portando avanti la linea dei voucher validi per almeno 12 mesi «ma consentendo un rimborso su richiesta del passeggero dopo 12 mesi», come ha spiegato proprio il ministro De Micheli. - (PRIMAPRESS)
Dunque, il primo procedimento che arriva dall’UE riguarda proprio la legge adottata con il decreto cura Italia del 13 marzo, che ha consentito alle compagnie aeree e di navigazione che cancellano viaggi per motivi legati al Covid-19 l’offerta di voucher di importo pari a quello del biglietto fino al 30 settembre come unica forma di rimborso, ritenuta dall’Ue una violazione del diritto comunitario.
Il regolamento comunitario 261 del 2004, relativo ai voli aerei, stabilisce che i passeggeri hanno il diritto di scegliere tra il rimborso in denaro – che va pagato entro 7 giorni dalla cancellazione del viaggio – ed eventuali altre forme di rimborso, come possono essere i voucher. La stessa richiesta di procedura di infrazione è stata avviata nei confronti della Grecia.
La seconda richiesta riguarda invece Italia, Grecia e altri otto Paesi – Cipro, Croazia, Francia, Lituania, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca e Slovacchia – e verte sui pacchetti di viaggi tutto compreso e sulle norme nazionali che consentono agli organizzatori, i tour operator, di emettere voucher per viaggi annullati invece del rimborso in denaro. Stesso problema anche qui, perché l’Europa consente invece ai viaggiatori di scegliere come essere risarciti.
Le procedure sono in fase iniziale e l’Italia ha due mesi di tempo per rispondere con le proprie obiezioni, per cui per 60 giorni i possibili rimborsi ai passeggeri sono da ritenersi congelati. In realtà il dialogo tra governo e Ue è già in corso, ma al momento non lascia spazio a trattative.
Il ministro dei Trasporti Paola De Micheli e il ministro dei Beni culturali e del Turismo Dario Franceschini nei giorni scorsi hanno proposto alla Commissione europea la scelta tra voucher e rimborso a partire dal 31 luglio, ma da Bruxelles non ci sono state aperture. Anzi, la nota diffusa ribadisce che l’esecutivo europeo ha “costantemente chiarito che i diritti dei consumatori restano validi anche in questo contesto senza precedenti, e che le misure adottate dalle nazioni a supporto dell’industria” non possono andare a modificarli.
Il governo italiano al momento sta portando avanti la linea dei voucher validi per almeno 12 mesi «ma consentendo un rimborso su richiesta del passeggero dopo 12 mesi», come ha spiegato proprio il ministro De Micheli. - (PRIMAPRESS)