Turismo, le paure di Speranza per Omicron e le sollecitazioni di Garavaglia: "Aprire più corridoi"
- di RED-ROM
- in Italia
(PRIMAPRESS) - ROMA - L'ulteriore giro di vite arrivato con il decreto firmato nei giorni scorsi dal ministro della Salute, Roberto Speranza, non solo ha costretto il premier Draghi a difendere e motivare la scelta dei test di rientro dall'estero anche per i paesi Ue ma ha creato anche un'ondata di reazioni nel settore turistico tanto da spingere il ministro Garavaglia ad intervenire. "Difficile spiegare a un cittadino italiano che fa una crociera ai Caraibi e non può scendere, che il francese sulla stessa nave può scendere. Così si mettono in difficoltà gli operatori. Le regole devono essere uniformi. Se l’amico Speranza è di parola e riapre qualche corridoio in più, aiutiamo anche gli operatori. In totale sicurezza, una serie di corridoi possono essere aperti». Così si è espresso il ministro del Turismo in una intervista lanciando un salvagente agli operatori.
Sulla collegialità delle scelte del governo, Garavaglia chiarisce: «Queste decisioni al momento vengono prese in autonomia per via dei poteri dettati dallo stato di emergenza. Ci si confronta, io faccio delle richieste e mi auguro che vengano soddisfatte, anche perché ne abbiamo particolarmente bisogno».
Il ministro del Turismo fa anche notare che «il settore delle navi è ripartito grazie alla grande forza di volontà degli operatori, perché non era facile. Quasi tre milioni di movimenti quest’anno. Certo, non sono i 12 del 2019, ma la macchina è ripartita e si può sempre migliorare».
Sull’Italia, Garavaglia parla di «un po’ di ripresa del turismo che però non sana 12 mesi di non lavoro e resta il problema degli stranieri che non arrivano nelle città d’arte. Stiamo prolungando la cassa integrazione e metteremo risorse aggiuntive a quelle che sono in bilancio, ma per ora stiamo tamponando le falle. Poi bisogna fatturare, e questa comunicazione ossessiva con bollettino Covid quotidiano non giova. Siamo la nazione messa meglio d’Europa quanto a contagi e tra quelle messe meglio al mondo, ma secondo giornali e tv qui c’è la peste bubbonica. I colleghi internazionali dicono che stiamo sbagliando la comunicazione all’estero». Ma poi c'è l'Economist che incorona l'Italia come "Miglior paese dell'anno". Entrambe le tesi appaiono come forzature: La verità è forse in mezzo. - (PRIMAPRESS)