Scienza: la tecnologia nucleare spiegata da Alessia Santucci dell'Enea in una serie di mini-video su Youtube
- di RED-ROM
- in Tech
(PRIMAPRESS) - ROMA - Parlare di nucleare ma con parole semplici. E' questo l'obiettivo di una serie di mini-video realizzati dal Dipartimento Nucleare dell'Enea e pubblicati su Youtube. Il contenuto delle puntate spiega la tecnologia che punta a produrre energia sostenibile e illimitata per contrastare il cambiamento climatico. Protagonista, la ricercatrice ENEA Alessia Santucci del Dipartimento Nucleare, che in ogni video della durata di due-tre minuti risponde a una domanda con un linguaggio semplice e diretto, rivolgendosi a chi già conosce l’argomento, ma anche a chi si accosta per la prima volta a questi temi.
Nel primo video, la ricercatrice spiega che cos’è la fusione nucleare; nel secondo perché la fusione viene considerata un processo sicuro e una possibile risposta al cambiamento climatico; nel terzo risponde alla domanda se l’energia da fusione può essere considerata sostenibile; nel quarto illustra quali sono i progetti più importanti nel campo della fusione e il DTT (Divertor Tokamak Test), un impianto sperimentale in corso di realizzazione nel Centro ENEA di Frascati (Roma) con un investimento di oltre 700 milioni di euro; nel quinto si parla delle attività di ENEA in questo settore.
“La fusione è una reazione nucleare in cui due nuclei di un elemento leggero come l’idrogeno, e in particolare i suoi isotopi deuterio e trizio, si fondono e formano il nucleo di un elemento più pesante, come l’elio, rilasciando una grande quantità di energia. È la reazione che accende gli astri e per questo viene chiamata ‘energia delle stelle’. Nel nostro lavoro di ricerca cerchiamo di replicare la fusione sulla terra per rendere disponibile una fonte di energia sicura, sostenibile e inesauribile”, spiega Alessia Santucci.
“Si tratta di un processo opposto alla fissione, utilizzata nelle centrali nucleari attuali, dove un nucleo pesante come l’uranio si divide in due nuclei più leggeri, anche in questo caso rilasciando una grande quantità di energia. Nel campo della ricerca sulla fusione, l’Italia ha una leadership consolidata a livello scientifico, tecnologico e industriale con numerosi organismi di ricerca, università e aziende in grado di produrre materiali e componenti altamente innovativi”, prosegue la ricercatrice. ENEA coordina i 16 partner italiani del consorzio europeo EUROfusion e partecipa alla costruzione del reattore sperimentale ITER[1] a Cadarache, nel sud della Francia, una sfida scientifica e tecnologica da oltre 20 miliardi, 2 dei quali assegnati mediante gare internazionali ad aziende italiane. Oltre a Frascati, la ricerca sulla fusione si svolge nel centro ENEA di Brasimone, in particolare sulle tecnologie per la produzione di trizio, nel centro della Casaccia e a Bologna. “La fusione nucleare è considerata una prospettiva di grande rilievo poiché non emette gas climalteranti (anidride carbonica e metano) ed è in grado di produrre elevate quantità di energia in modo continuo. Potrebbe quindi contribuire, insieme alle rinnovabili, a sostituire le fonti fossili. Secondo le stime più accreditate, infatti, nel 2050 ci saranno sul pianeta circa 10 miliardi di persone e nei prossimi 20 anni i consumi energetici globali cresceranno del 25%. È necessario, dunque - conclude Santucci - incrementare al massimo la produzione elettrica da fonti rinnovabili e ricercare al tempo stesso soluzioni energetiche che contrastino l’impiego delle fonti fossili”.
Vedi la puntata: https://www.youtube.com/watch?v=nufrcxnFRsM - (PRIMAPRESS)
Nel primo video, la ricercatrice spiega che cos’è la fusione nucleare; nel secondo perché la fusione viene considerata un processo sicuro e una possibile risposta al cambiamento climatico; nel terzo risponde alla domanda se l’energia da fusione può essere considerata sostenibile; nel quarto illustra quali sono i progetti più importanti nel campo della fusione e il DTT (Divertor Tokamak Test), un impianto sperimentale in corso di realizzazione nel Centro ENEA di Frascati (Roma) con un investimento di oltre 700 milioni di euro; nel quinto si parla delle attività di ENEA in questo settore.
“La fusione è una reazione nucleare in cui due nuclei di un elemento leggero come l’idrogeno, e in particolare i suoi isotopi deuterio e trizio, si fondono e formano il nucleo di un elemento più pesante, come l’elio, rilasciando una grande quantità di energia. È la reazione che accende gli astri e per questo viene chiamata ‘energia delle stelle’. Nel nostro lavoro di ricerca cerchiamo di replicare la fusione sulla terra per rendere disponibile una fonte di energia sicura, sostenibile e inesauribile”, spiega Alessia Santucci.
“Si tratta di un processo opposto alla fissione, utilizzata nelle centrali nucleari attuali, dove un nucleo pesante come l’uranio si divide in due nuclei più leggeri, anche in questo caso rilasciando una grande quantità di energia. Nel campo della ricerca sulla fusione, l’Italia ha una leadership consolidata a livello scientifico, tecnologico e industriale con numerosi organismi di ricerca, università e aziende in grado di produrre materiali e componenti altamente innovativi”, prosegue la ricercatrice. ENEA coordina i 16 partner italiani del consorzio europeo EUROfusion e partecipa alla costruzione del reattore sperimentale ITER[1] a Cadarache, nel sud della Francia, una sfida scientifica e tecnologica da oltre 20 miliardi, 2 dei quali assegnati mediante gare internazionali ad aziende italiane. Oltre a Frascati, la ricerca sulla fusione si svolge nel centro ENEA di Brasimone, in particolare sulle tecnologie per la produzione di trizio, nel centro della Casaccia e a Bologna. “La fusione nucleare è considerata una prospettiva di grande rilievo poiché non emette gas climalteranti (anidride carbonica e metano) ed è in grado di produrre elevate quantità di energia in modo continuo. Potrebbe quindi contribuire, insieme alle rinnovabili, a sostituire le fonti fossili. Secondo le stime più accreditate, infatti, nel 2050 ci saranno sul pianeta circa 10 miliardi di persone e nei prossimi 20 anni i consumi energetici globali cresceranno del 25%. È necessario, dunque - conclude Santucci - incrementare al massimo la produzione elettrica da fonti rinnovabili e ricercare al tempo stesso soluzioni energetiche che contrastino l’impiego delle fonti fossili”.
Vedi la puntata: https://www.youtube.com/watch?v=nufrcxnFRsM - (PRIMAPRESS)