Bio-Benzine e auto d’epoca: i test dell’Automotoclub Storico Italiano presentati alla Biblioteca della Camera dei Deputati
- di Eugenio Lanza
- in Motori & Nautica
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(PRIMAPRESS) - ROMA - La sfida alla neutralità carbonica nei test su veicoli d’epoca dell’Automotoclub Storico Italiano (ASI) presentati ieri, nella Sala “Nilde Iotti” nella Biblioteca della Camera dei Deputati su iniziativa del vice presidente Giorgio Mulè.
Preservare il patrimonio storico rappresentato dai motori endotermici non significa relegarli esclusivamente in un museo ma i motori per loro natura sono stati creati per generare movimento. Questo quanto è stato affermato nel corso della presentazione ma sottolineando lo sforzo della ricerca per abbattere sempre di più le emissioni nocive. Lo studio presentato da Asi in occasione della conferenza "Asi Net Zero Classic" si è basato su test sul banco, su strada e su pista utilizzando bio-fuel creato in laboratorio proprio per veicoli storici. A fare da “cavia”, per osservarne prestazioni e impatto sulle parti meccaniche, è stata una Lancia Stratos del 1977.
L'obiettivo è stato quello di testare l'interazione di bio-benzine di seconda generazione con motori "d'epoca", quindi privi del tutto o quasi di qualsiasi ausilio dell'elettronica e della tecnologia legata ai catalizzatori e simili device.
“Le istituzioni si rendono conto di quanto sia importante preservare un bene culturale come i nostri veicoli storici. Dare un contributo come Asi in tema di sostenibilità è estremamente importante per noi perché ribadiamo con forza che i veicoli storici saranno ancora protagonisti della nostra cultura" ha precisato il presidente Asi, Alberto Scuro, focalizzando poi l'attenzione sugli studi condotti in tema di sostenibilità nel mondo del motorismo storico: "Il bio-diesel è già tra noi da qualche anno ed inizia ad essere diffuso, mentre per le bio-benzine usate estensivamente su strada si tratta di un'assoluta novità - ha precisato Scuro - In pratica, ci troviamo di fronte a combustibili di seconda generazione ottenuti, cioè, in modo indiretto e poco energivoro da biomasse di scarto contenenti cellulosa già generata dalle piante stesse che hanno assorbito la CO2 dall'atmosfera per i loro processi vitali".
"E per quanto riguarda la terza generazione - ha aggiunto poi -, i carburanti prodotti dalle alghe sono già alle porte, con l'ulteriore vantaggio che le alghe si possono far riprodurre enormemente e molto in fretta a costi bassi".
Quello che emerge con chiarezza è che "non ci sarà assolutamente shortage di bio-carburanti nei prossimi decenni e già oggi si è in grado di disporre di sufficiente materia prima per la produzione di bio-carburanti in quantità sufficiente a muovere l'intero parco auto europeo" ha concluso.
"I risultati sono chiari: le prestazioni restano invariate, i consumi non aumentano e le emissioni si riducono significativamente. Inoltre, la benzina utilizzata nei test è drop-in, ossia compatibile con i motori esistenti senza necessità di modifiche, e completamente miscibile con la benzina tradizionale", ha dichiarato Francesco Di Lauro, presidente della Commissione Green Asi.
"Non ci sarà alcuna carenza di bio-carburanti nei prossimi decenni. Già oggi esiste sufficiente materia prima per rifornire l'intero parco auto europeo, e l'evoluzione verso carburanti prodotti da alghe renderà il processo ancora più efficiente ed ecosostenibile", ha sottolineato ancora Di Lauro.
Una tesi condivisa da Paola Giudicianni, ricercatore presso l'istituto Stems CNR: "L'utilizzo dei biocarburanti nel settore dei trasporti è fondamentale per accompagnare la transizione dell'elettrificazione e per fornire, al contempo, la pluralità tecnologica nel settore dei trasporti che costituisce la chiave per il raggiungimento degli obiettivi climatici della comunità europea".
Ai risultati appena presentati da ASI in questa prima fase, ora seguirà un test di percorrenza sui 10mila chilometri con una Lancia Fulvia per monitorare gli effetti del bio-carburante anche su motori d’epoca per confermare la significativa riduzione di emissioni e offrire alle istituzioni il compito di supportare questa evoluzione, favorendo la diffusione di soluzioni concrete per la decarbonizzazione del settore. Segnali in questa direzione che sono arrivati anche dall’intervento di Alessandro Moroni del Dipartimento Mobilità Sostenibile del Ministero delle Imprese e del Made in Italy. - (PRIMAPRESS)
Preservare il patrimonio storico rappresentato dai motori endotermici non significa relegarli esclusivamente in un museo ma i motori per loro natura sono stati creati per generare movimento. Questo quanto è stato affermato nel corso della presentazione ma sottolineando lo sforzo della ricerca per abbattere sempre di più le emissioni nocive. Lo studio presentato da Asi in occasione della conferenza "Asi Net Zero Classic" si è basato su test sul banco, su strada e su pista utilizzando bio-fuel creato in laboratorio proprio per veicoli storici. A fare da “cavia”, per osservarne prestazioni e impatto sulle parti meccaniche, è stata una Lancia Stratos del 1977.
L'obiettivo è stato quello di testare l'interazione di bio-benzine di seconda generazione con motori "d'epoca", quindi privi del tutto o quasi di qualsiasi ausilio dell'elettronica e della tecnologia legata ai catalizzatori e simili device.
“Le istituzioni si rendono conto di quanto sia importante preservare un bene culturale come i nostri veicoli storici. Dare un contributo come Asi in tema di sostenibilità è estremamente importante per noi perché ribadiamo con forza che i veicoli storici saranno ancora protagonisti della nostra cultura" ha precisato il presidente Asi, Alberto Scuro, focalizzando poi l'attenzione sugli studi condotti in tema di sostenibilità nel mondo del motorismo storico: "Il bio-diesel è già tra noi da qualche anno ed inizia ad essere diffuso, mentre per le bio-benzine usate estensivamente su strada si tratta di un'assoluta novità - ha precisato Scuro - In pratica, ci troviamo di fronte a combustibili di seconda generazione ottenuti, cioè, in modo indiretto e poco energivoro da biomasse di scarto contenenti cellulosa già generata dalle piante stesse che hanno assorbito la CO2 dall'atmosfera per i loro processi vitali".
"E per quanto riguarda la terza generazione - ha aggiunto poi -, i carburanti prodotti dalle alghe sono già alle porte, con l'ulteriore vantaggio che le alghe si possono far riprodurre enormemente e molto in fretta a costi bassi".
Quello che emerge con chiarezza è che "non ci sarà assolutamente shortage di bio-carburanti nei prossimi decenni e già oggi si è in grado di disporre di sufficiente materia prima per la produzione di bio-carburanti in quantità sufficiente a muovere l'intero parco auto europeo" ha concluso.
"I risultati sono chiari: le prestazioni restano invariate, i consumi non aumentano e le emissioni si riducono significativamente. Inoltre, la benzina utilizzata nei test è drop-in, ossia compatibile con i motori esistenti senza necessità di modifiche, e completamente miscibile con la benzina tradizionale", ha dichiarato Francesco Di Lauro, presidente della Commissione Green Asi.
"Non ci sarà alcuna carenza di bio-carburanti nei prossimi decenni. Già oggi esiste sufficiente materia prima per rifornire l'intero parco auto europeo, e l'evoluzione verso carburanti prodotti da alghe renderà il processo ancora più efficiente ed ecosostenibile", ha sottolineato ancora Di Lauro.
Una tesi condivisa da Paola Giudicianni, ricercatore presso l'istituto Stems CNR: "L'utilizzo dei biocarburanti nel settore dei trasporti è fondamentale per accompagnare la transizione dell'elettrificazione e per fornire, al contempo, la pluralità tecnologica nel settore dei trasporti che costituisce la chiave per il raggiungimento degli obiettivi climatici della comunità europea".
Ai risultati appena presentati da ASI in questa prima fase, ora seguirà un test di percorrenza sui 10mila chilometri con una Lancia Fulvia per monitorare gli effetti del bio-carburante anche su motori d’epoca per confermare la significativa riduzione di emissioni e offrire alle istituzioni il compito di supportare questa evoluzione, favorendo la diffusione di soluzioni concrete per la decarbonizzazione del settore. Segnali in questa direzione che sono arrivati anche dall’intervento di Alessandro Moroni del Dipartimento Mobilità Sostenibile del Ministero delle Imprese e del Made in Italy. - (PRIMAPRESS)