Bielorussia: la sesta rielezione del potente Lukashenko contro la fragile Tikhanovskaya
- di Pasquale Alfieri
- in Primo Piano
(PRIMAPRESS) - MINSK (BIELIRUSSIA) - Troppo fragile la candidatura della casalinga Svetlana Tikhanovskaya che avrebbe dovuto contrastare il presidente uscente Aleksandr Lukashenko. Per la sesta volta Lukashenko è stato riconfermato presidente della Bielorussia con l’80,23% dei voti. La stessa Tikhanovskaya non riconosce il risultato elettorale caratterizzato da scontri in piazza con l’uso di proiettili di gomma e lacrimogeni da parte della polizia con decine di feriti ed oltre 3 mila arresti. Il presidente rieletto governa col pugno di ferro dal 1994 con il placet della Russia di Vladimir Putin e della Cina di Xi Jinping.
Circa l’accusa di brogli elettorali, il neo eletto presidente punta il dito sullo stato di tensione provocato da altri stati “I servizi speciali hanno registrato chiamate dalla Polonia, dalla Gran Bretagna e dalla Repubblica Ceca“, ha dichiarato il presidente della Bielorussia.
In realtà la Polonia ha “interferito” ma solo per chiedere un vertice europeo straordinario perché “le autorità hanno usato la forza contro i loro cittadini che chiedevano un cambiamento nel paese. Dobbiamo sostenere il popolo bielorusso nella sua ricerca della libertà”, ha detto il premier Mateusz Morawiecki. Intanto anche Charles Michel reagisce alle notizie di repressione delle proteste. “La violenza contro i manifestanti non è la risposta”, ha scritto in un tweet. “Libertà di parola, libertà di assemblea, sono diritti umani basilari che vanno rispettati”, ha aggiunto. La condanna arriva anche da parte del governo tedesco, che ritiene “inaccettabile” che gli “standard minimi democratici” non siano stati mantenuti e rivolge un appello al rispetto della libertà di manifestazione e di informazione da parte dei leader politici del paese. - (PRIMAPRESS)