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Alcol e giovani: Italia e Africa a confronto

(PRIMAPRESS) - Venerdì 27 ottobre si è tenuto a Milano presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, il Convegno “Alcol e giovani: Italia e Africa a confronto” nell’ambito della Campagna “AlcolOltre – il vero sballo è dire no”. Un incontro che ha confermato come l’abuso di alcol abituale e il bere occasionale eccessivo siano in aumento, soprattutto tra le donne e tra i giovani nonostante sia vietata la vendita e la somministrazione di bevande alcoliche al di sotto dei 18 anni di età. “Negli ultimi anni in Italia si sta modificando il modello di consumo del bere giovanile: da mediterraneo, contraddistinto da un uso dell’alcol, soprattutto vino o birra, durante i pasti, come modello di condivisione e dello stare insieme, di una fascia d’età più matura, a nordico con consumo occasionale e smodato, prevalentemente di superalcolici, lontano dai pasti, solitamente in discoteca e pub, di una fascia d’età di giovani e giovanissimi”, ha spiegato Leonardo Dell’Accio, ricercatore del NOA Perini Milano. È inoltre allarmante il fenomeno del binge drinking che comporta l'assunzione di 6 o più bicchierini di bevande alcoliche in una singola occasione e in un breve arco di tempo per raggiungere volontariamente uno stato di ebbrezza che può condurre fino al coma etilico. Le fasce di età coinvolte in questa problematica tendono ad abbassarsi poiché colpiscono non solo i giovani dai 18 ai 24 anni ma anche quelli tra gli 11 e i 17. Questa cattiva abitudine nuoce gravemente alla salute, provocando danni a volte irreparabili al fegato (cirrosi epatica) e al sistema nervoso centrale con compromissione delle facoltà cognitive e della memoria. In Italia e anche in Africa la rete è opportunità in un mondo globale, ha spiegato padre Giordano Rigamonti, responsabile della Campagna, ma anche pericolo, soprattutto per i giovani mettendo a disposizione i propri contenuti senza tutele e passando messaggi che i genitori e gli educatori non riescono a controllare. Diventa pertanto difficile il dialogo fra le generazioni e la trasmissione equilibrata delle norme e della saggezza di vita acquisita con l’esperienza degli anni. Il bere sregolato diventa sinonimo di festa, chi non beve è escluso dal gruppo. L’alcol è un facilitatore sociale, è sollievo temporaneo alla sofferenza e genera l’illusione di dimenticare i problemi della vita quotidiana. È importante che i giovani siano a conoscenza dei rischi a cui vanno incontro per poter scegliere.La senatrice Emanuela Baio ha sottolineato che l’alcol-dipendenza è e deve essere riconosciuta come una vera e propria patologia e ha invitato tutti a collaborare con i promotori della Campagna AlcolOltre dell’Associazione Impegnarsi Serve Onlus. www.impegnarsiserve.org - (PRIMAPRESS)