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Spalma incentivi, Italia Nostra e Amici della Terra al Senato contro eolico selvaggio

(PRIMAPRESS) - ROMA – Il decreto cosiddetto “spalma incentivi” sulle energie alternative ha aperto il vaso delle problematiche, e degli sprechi, fin qui registrati nel settore. Nell’audizione al Senato di martedì 1 luglio Italia Nostra e gli Amici della Terra in proposito hanno presentato un documento congiunto, sottoscritto anche da altre associazioni ambientaliste, per ribadire una forte critica al provvedimento, giudicato non sufficiente. energia pulita Il Decreto Legge 91 del 24 giugno sulla competitività interviene con lo scopo di diminuire la spesa annua per gli incentivi agli impianti industriali da fonti rinnovabili elettriche, diluendola su un arco di tempo di 24 anziché 20 anni. Il Governo al momento ha scelto di intervenire sul fotovoltaico, settore che da solo costa 6,7 miliardi all'anno in bolletta. Non si penalizzano, spiegano le Associazioni ambientaliste, i pannelli fotovoltaici sui tetti delle abitazioni o delle fabbriche, ma piuttosto le scandalose rendite pubbliche garantite alle distese di fotovoltaico speculativo sui campi, di potenza superiore ai 200 kW. Tutti impianti industriali, sorti soprattutto per accaparrarsi gli incentivi. “Noi siamo critici sul provvedimento – ha commentato Marco Parini, presidente di Italia Nostra - pensiamo che sia insufficiente in termini quantitativi (il Governo prevede ottimisticamente risparmi annui nell'ordine delle centinaia di milioni, che saranno presto annullati dal nuovo capacity payment reso necessario per sussidiare gli impianti a combustibile fossile improduttivi ma necessari a fornire un back-up ai troppi impianti FER non programmabili); in più è stranamente limitato al fotovoltaico, mentre tutti sappiamo che le rendite assicurate all’eolico sono anch’esse spropositate, concentrate nelle mani di pochi  beneficiari e, a seguire le cronache giudiziarie, monopolizzate dalla criminalità organizzata in molte aree del paese. Il provvedimento – precisa ancora Parini - era atteso da almeno un paio d’anni ma la sua emanazione è stata sempre ritardata dalla fortissima pressione e attività di lobby, esercitata dalle Associazioni che rappresentano un esiguo 4% di investitori che, ovviamente, non intende mollare il 60% dei 6,7 miliardi annui stanziati. Siamo convinti che lo strumento più efficace e più equo da adottare sia la tassazione alla fonte di queste enormi rendite.” L’invito delle associazioni ambientaliste è ad usare il gettito fiscale conseguente per finanziare l'efficientamento energetico del Paese, la riduzione degli sprechi (in Italia si perde annualmente sulle reti elettriche una quantità di energia equivalente a quella prodotta da tutti i 20 GW - ed oltre - di potenza fotovoltaica ed eolica installata negli ultimi anni), il telelavoro, i trasporti pubblici, il mini geotermico, la produzione di "energia verde" nel settore del riscaldamento e del raffreddamento, in quello dei trasporti e così via. “Tuttavia è importante – precisano  Carlo Alberto Pinelli, Presidente Mountain Wilderness Italia ed Enzo Cripezzi della LIPU – che il Governo e il Parlamento con questo provvedimento,  per la prima volta, riconoscano almeno la gigantesca speculazione che è stata operata strumentalizzando l’ambiente che invece è stato gravemente danneggiato, nella gran parte dei casi”. “Solo per gli incentivi agli impianti di FER elettriche realizzati soprattutto negli ultimi 5-6 anni – aggiunge Rosa Filippini, Presidente Amici della Terra - sono stati impegnati quasi 230 miliardi, euro più euro meno, che già stiamo pagando e che dovrà pagare la prossima generazione: il 15% del PIL italiano corrente per produrre, forse, il 20% del fabbisogno elettrico nazionale. La tassazione alla fonte di queste rendite potrebbe essere utilizzata per promuovere l'efficienza energetica rafforzando il meccanismo dei certificati bianchi per le imprese. Invece, il decreto attuale, così timido nel diluire le rendite del fotovoltaico, penalizza addirittura gli interventi di efficienza come la cogenerazione ad alto rendimento proprio nel settore industriale. In ogni caso – conclude la Filippini – chiediamo subito uno stop del MISE alle nuove aste sulle FER elettriche intermittenti”. La nota congiunta, oltre che da Italia Nostra e Amici della Terra, porta anche la firma di Lipu, Mountain Wilderness Italia, Altura, Movimento Azzurro, Comitato per la Bellezza, Comitato Nazionale del Paesaggio e Associazione Italiana per la Wilderness. - (PRIMAPRESS)