Ipertensione resistente: arriva la denervazione renale. Taddei (Unipisa): “procedura che elimina i farmaci giornalieri”
- di RED-ROM
- in Salute&Benessere
(PRIMAPRESS) - MILANO - Per la lotta all'pertensione arriva l'approvazione di una procedura mini-invasiva annunciata nel corso del 32° Congresso della European Society of Hypertension. Si tratta di un protocollo avallato anche dalla Società Europea Renale (ERA) e dalla Società Internazionale di Ipertensione (ISH). Il documento condiviso parla di un punto di svolta nell’adozione della denervazione renale (RDN), che viene ora raccomandata in classe 2, divenendo così di fatto il terzo pilatro nella gestione dell’ipertensionenon controllata insieme ai farmaci e al cambiamento nello stile di vita. La procedura, mini-invasiva, consiste nel disattivare in modo selettivo parte delle terminazioni nervose che decorrono lungo le pareti esterne delle arterie renali, determina una duratura riduzione della pressione arteriosa. Le nuove linee guida riconoscono quindi la RDN come ulteriore opzione terapeutica sicura ed efficace in grado di ridurre la pressione arteriosa nei pazienti non controllati, benché già trattati con terapia farmacologica.
"L’ipertensione arteriosa è uno dei principali fattori di rischio cardiovascolari e secondo l’OMS è la prima causa di morte al mondo – afferma Stefano Taddei, Professore Ordinario di Medicina Interna all’Università di Pisa –. Circa il 20% della popolazione generale presenta problemi di ipertensione arteriosa. Già il 50% dei pazienti sopra i 55 anni ne soffre”. In casi di "paziente difficile” nel quale per vari motivi non si riusciva a controllare i valori pressori e gli ipertesi resistenti, cioè quella quota minimale di pazienti che non rispondono alla terapia farmacologica, o quelli che riferiscono effetti collaterali per ogni farmaco. La denervazione renale si pone quindi come alternativa valida sia per l’iperteso resistente, sia per quei pazienti che preferiscono sottoporsi a una procedura una tantum piuttosto che assumente farmaci tutti i giorni. Questo tipo di impostazione è stato pienamente accolto dalle nuove linee guida”. - (PRIMAPRESS)
"L’ipertensione arteriosa è uno dei principali fattori di rischio cardiovascolari e secondo l’OMS è la prima causa di morte al mondo – afferma Stefano Taddei, Professore Ordinario di Medicina Interna all’Università di Pisa –. Circa il 20% della popolazione generale presenta problemi di ipertensione arteriosa. Già il 50% dei pazienti sopra i 55 anni ne soffre”. In casi di "paziente difficile” nel quale per vari motivi non si riusciva a controllare i valori pressori e gli ipertesi resistenti, cioè quella quota minimale di pazienti che non rispondono alla terapia farmacologica, o quelli che riferiscono effetti collaterali per ogni farmaco. La denervazione renale si pone quindi come alternativa valida sia per l’iperteso resistente, sia per quei pazienti che preferiscono sottoporsi a una procedura una tantum piuttosto che assumente farmaci tutti i giorni. Questo tipo di impostazione è stato pienamente accolto dalle nuove linee guida”. - (PRIMAPRESS)