Sanità di prossimità: il ruolo essenziale del SIS 118 tra assistenza di qualità e tutela dei lavoratori
- di RED-ROM
- in Salute&Benessere
(PRIMAPRESS) - ROMA - La nostra proposta è fondata su due capisaldi: garantire ai cittadini italiani, su tutto il territorio nazionale, un’assistenza di qualità e proteggere la dignità di ogni singolo lavoratore del settore – così ha introdotto la senatrice del M5S Mariolina Castellone, prima firmataria del disegno di legge, in occasione della conferenza di presentazione del testo “Quando il tempo è vita: la riforma legislativa del 118, le risposte di tutela della salute pubblica”, tenutosi presso la sala Zuccari del Senato. - Il Sistema 118 deve poter contare su un organico dedicato e su almeno un mezzo di soccorso avanzato ogni 60 mila abitanti. Questa proposta di legge – continua la senatrice – è stata depositata nell’autunno del 2019, prima che il Sistema Sanitario Nazionale fosse messo a dura prova dalla pandemia, ma l’emergenza da Covid-19 ne ha reso ancora più urgente l’approvazione. Duranti questi due anni, infatti, è emersa a chiare lettere l’importanza dell’assistenza territoriale e della medicina di emergenza-urgenza».
La proposta di riforma del 118 è pienamente condivisa da chi quotidianamente opera nel Sistema: «La revisione deve partite dal modello organizzativo che dovrebbe essere trasformato in una struttura dipartimentale, costituita da centrali operative provinciali a dirigenza medico-infermieristica – dice Mario Balzanelli, presidente della Società Italiana Sistema (SIS) 118 -. La macrostruttura 118, una realtà ad elevata complessità gestionale, dovrebbe poter essere in dialogo constante e diretto con tutti i centri operativi coinvolti nella gestione dell’emergenza sanitaria, dalla prefettura, ai vigili del fuoco, fino ai carabinieri».
Necessario anche l’adeguamento del numero di mezzi di soccorso operativi: «Secondo gli standard legislativi, dalla chiamata al 118 all’arrivo dei soccorritori in area urbana non dovrebbero trascorrere più di 8 minuti, 20 in area extraurbana. Tempi che, purtroppo – aggiunge Balzanelli -, a causa di carenze strutturali organizzative e di organico, sono spesso disattesi. Inoltre, è fondamentale garantire la presenza di almeno un medico e di un infermiere di emergenza ogni 60 mila abitanti.
Altrettanto necessario dare profilo a «La nostra proposta è fondata su due capisaldi: garantire ai cittadini italiani, su tutto il territorio nazionale, un’assistenza di qualità e proteggere la dignità di ogni singolo lavoratore del settore – spiega la senatrice del M5S Mariolina Castellone,prima firmataria del disegno di legge, in occasione della conferenza di presentazione del testo “Quando il tempo è vita: la riforma legislativa del 118, le risposte di tutela della salute pubblica”, tenutosi oggi presso la sala Zuccari del Senato – . Il Sistema 118 deve poter contare su un organico dedicato e su almeno un mezzo di soccorso avanzato ogni 60 mila abitanti. Questa proposta di legge – continua la senatrice – è stata depositata nell’autunno del 2019, prima che il Sistema Sanitario Nazionale fosse messo a dura prova dalla pandemia, ma l’emergenza da Covid-19 ne ha reso ancora più urgente l’approvazione. Duranti questi due anni, infatti, è emersa a chiare lettere l’importanza dell’assistenza territoriale e della medicina di emergenza-urgenza».
La proposta di riforma del 118 è pienamente condivisa da chi quotidianamente opera nel Sistema: «La revisione deve partite dal modello organizzativo che dovrebbe essere trasformato in una struttura dipartimentale, costituita da centrali operative provinciali a dirigenza medico-infermieristica – dice Mario Balzanelli, presidente della Società Italiana Sistema (SIS) 118 -. La macrostruttura 118, una realtà ad elevata complessità gestionale, dovrebbe poter essere in dialogo constante e diretto con tutti i centri operativi coinvolti nella gestione dell’emergenza sanitaria, dalla prefettura, ai vigili del fuoco, fino ai carabinieri». Necessario anche l’adeguamento del numero di mezzi di soccorso operativi: «Secondo gli standard legislativi, dalla chiamata al 118 all’arrivo dei soccorritori in area urbana non dovrebbero trascorrere più di 8 minuti, 20 in area extraurbana. Tempi che, purtroppo – aggiunge Balzanelli -, a causa di carenze strutturali, organizzative e di organico, sono spesso disattesi. Inoltre, è fondamentale garantire la presenza di almeno un medico e di un infermiere di emergenza ogni 60 mila abitanti. Così come è necessario creare un profilo della figura dell’autista soccorritore ed implementare l’utilizzo delle nuove tecnologie, non solo per la geolocalizzazione satellitare, ma anche per effettuare, laddove necessari, interventi di telemedicina, teleassistenza, telemonitoraggio e telediagnosi. Nonostante negli anni si siano susseguiti interventi legislativi e linee guida, questo disegno di legge rappresenta un punto di svolta per il Sistema 118. «Si tratta di una proposta puntuale e chiara – dice Fedele Clemente, presidente onorario della SIS 118 -. I provvedimenti finora emanati in materia lasciavano spazio a troppe libertà interpretative che, negli anni, hanno portato ad una disomogeneità di assistenza sul territorio nazionale.. - (PRIMAPRESS)
La proposta di riforma del 118 è pienamente condivisa da chi quotidianamente opera nel Sistema: «La revisione deve partite dal modello organizzativo che dovrebbe essere trasformato in una struttura dipartimentale, costituita da centrali operative provinciali a dirigenza medico-infermieristica – dice Mario Balzanelli, presidente della Società Italiana Sistema (SIS) 118 -. La macrostruttura 118, una realtà ad elevata complessità gestionale, dovrebbe poter essere in dialogo constante e diretto con tutti i centri operativi coinvolti nella gestione dell’emergenza sanitaria, dalla prefettura, ai vigili del fuoco, fino ai carabinieri».
Necessario anche l’adeguamento del numero di mezzi di soccorso operativi: «Secondo gli standard legislativi, dalla chiamata al 118 all’arrivo dei soccorritori in area urbana non dovrebbero trascorrere più di 8 minuti, 20 in area extraurbana. Tempi che, purtroppo – aggiunge Balzanelli -, a causa di carenze strutturali organizzative e di organico, sono spesso disattesi. Inoltre, è fondamentale garantire la presenza di almeno un medico e di un infermiere di emergenza ogni 60 mila abitanti.
Altrettanto necessario dare profilo a «La nostra proposta è fondata su due capisaldi: garantire ai cittadini italiani, su tutto il territorio nazionale, un’assistenza di qualità e proteggere la dignità di ogni singolo lavoratore del settore – spiega la senatrice del M5S Mariolina Castellone,prima firmataria del disegno di legge, in occasione della conferenza di presentazione del testo “Quando il tempo è vita: la riforma legislativa del 118, le risposte di tutela della salute pubblica”, tenutosi oggi presso la sala Zuccari del Senato – . Il Sistema 118 deve poter contare su un organico dedicato e su almeno un mezzo di soccorso avanzato ogni 60 mila abitanti. Questa proposta di legge – continua la senatrice – è stata depositata nell’autunno del 2019, prima che il Sistema Sanitario Nazionale fosse messo a dura prova dalla pandemia, ma l’emergenza da Covid-19 ne ha reso ancora più urgente l’approvazione. Duranti questi due anni, infatti, è emersa a chiare lettere l’importanza dell’assistenza territoriale e della medicina di emergenza-urgenza».
La proposta di riforma del 118 è pienamente condivisa da chi quotidianamente opera nel Sistema: «La revisione deve partite dal modello organizzativo che dovrebbe essere trasformato in una struttura dipartimentale, costituita da centrali operative provinciali a dirigenza medico-infermieristica – dice Mario Balzanelli, presidente della Società Italiana Sistema (SIS) 118 -. La macrostruttura 118, una realtà ad elevata complessità gestionale, dovrebbe poter essere in dialogo constante e diretto con tutti i centri operativi coinvolti nella gestione dell’emergenza sanitaria, dalla prefettura, ai vigili del fuoco, fino ai carabinieri». Necessario anche l’adeguamento del numero di mezzi di soccorso operativi: «Secondo gli standard legislativi, dalla chiamata al 118 all’arrivo dei soccorritori in area urbana non dovrebbero trascorrere più di 8 minuti, 20 in area extraurbana. Tempi che, purtroppo – aggiunge Balzanelli -, a causa di carenze strutturali, organizzative e di organico, sono spesso disattesi. Inoltre, è fondamentale garantire la presenza di almeno un medico e di un infermiere di emergenza ogni 60 mila abitanti. Così come è necessario creare un profilo della figura dell’autista soccorritore ed implementare l’utilizzo delle nuove tecnologie, non solo per la geolocalizzazione satellitare, ma anche per effettuare, laddove necessari, interventi di telemedicina, teleassistenza, telemonitoraggio e telediagnosi. Nonostante negli anni si siano susseguiti interventi legislativi e linee guida, questo disegno di legge rappresenta un punto di svolta per il Sistema 118. «Si tratta di una proposta puntuale e chiara – dice Fedele Clemente, presidente onorario della SIS 118 -. I provvedimenti finora emanati in materia lasciavano spazio a troppe libertà interpretative che, negli anni, hanno portato ad una disomogeneità di assistenza sul territorio nazionale.. - (PRIMAPRESS)